Le vostre domande

Domanda fatta da: Augusto Galliano, [email protected], 18/06/2019

Quando due oggetti sono in congiynzione stretta da farlicapparire uno solo , come stasera Marte e Mercurio , come si fa asapere la magnetudine risultante？

risponde Walter Ferreri

Quando due astri sono così prossimi da apparire come uno solo, eventualità che si è quasi verificata il 18 giugno scorso con la congiunzione Mercurio-Marte nei Gemelli, la somma della loro luce corrisponde a quella di un astro unico dalla magnitudine maggiore.

Per trovare la magnitudine risultante basta applicare la seguente formula:

m_1,2 = - 2,5 log (10^-0,4m1 + 10^-0,4m2);

poiché il 18 giugno la magnitudine di Mercurio era + 0,1 e quella di Marte + 1,8, si ha:

m _1,2 = - 2,5 log (10^{-0,4 x 0,1}+ 10^{-0,4 x 1,8}).

Il risultato è – 0,1. Ovvero la luce dei due pianeti assommata equivaleva a quella di un unico astro dalla magnitudine leggermente negativa.

Un cordiale saluto, Walter Ferreri
Domanda fatta da: Roberta Taricani, [email protected], 13/06/2019

Una piccola curiosità e forse anche stupida mi sovviene ma vorrei porvela lo stesso conscia del vostro buoncuore.Se la materia oscura esiste,non dovrebbe e potrebbe essere presente anche nella nostra atmosfera o appena superata la stessa? Grazie.

risponde Walter Ferreri

Della materia oscura sappiamo così poco che non possiamo escludere la sua supposizione. In effetti si pensa che essa non si trovi solo all’esterno del nostro pianeta o chissà dove, ma che, pervadendo tutto l’universo, sia presente anche nel nostro ambito. E’ addirittura possibile che le particelle che la costituiscono possano attraversare il nostro corpo, magari pure con un flusso molto intenso.

In comune con l’energia oscura, la materia oscura è invisibile e si troverebbe ovunque. Però si suppone anche che essa sia distribuita in modo disomogeneo e, soprattutto, che formi gigantesche nubi di densità variabile all’interno e attorno alle galassie.

Se da un lato abbiamo la certezza dell’esistenza di questa materia invisibile, dall’altro possiamo escludere che si tratti di materia ordinaria difficile da individuare e, a questo proposito, era stata proposta una grande quantità di piccoli corpi tipo asteroidi vaganti nello spazio interstellare e intergalattico.

Attualmente molti studiosi ritengono che una comprensione del fenomeno possa scaturire dall’analisi dei primi istanti della vita dell’universo, cioè l’epoca immediatamente seguente al Big Bang, in quanto quest’evento ha lasciato dietro di sé resti ancora osservabili. La materia oscura doveva essere già presente in quell’epoca e dovrebbe aver lasciato impronte inconfondibili nella radiazione di fondo a microonde. Lo studio di queste “impronte” esclude la possibilità che si tratti di materia ordinaria.

Un cordiale saluto, Walter Ferreri
Domanda fatta da: Roberta Taricani, [email protected], 18/06/2019

Chiedo scusa della mia insistenza ma si capisce da ciò che scrivo che sono scettica riguardo l'esistenza della materia oscura e che ci sia una spiegazione più coerente con le forze fisiche già in gioco e che ancora non riusciamo a districare.Potrebbe essere possibile che la velocità di rotazione delle galassie non diminuisca in periferia in quanto la forza magnetica messa in gioco non dipenda solo dal centro di suddette galassie ma è la forza di tutti i campi magnetici di tutti i corpi celesti presenti in ognuno di queste che mantengono un equilibrio altrimenti le galassie prima o poi collasserebbero su sè stesse.Come dire in parole semplici'l'unione fa la forza'.Grazie!

risponde Walter Ferreri

Non è la sola ad essere scettica sulla materia oscura!

Non a caso l’aggettivo “oscura” è stato aggiunto ad indicare la nostra ignoranza sulla comprensione di questo tipo di materia.

Al di là della nostra mancanza di conoscenza sulla materia oscura, possiamo però attualmente escludere con certezza che sia una forza magnetica, in quanto il magnetismo (fenomeno fisico dovuto al movimento degli elettroni) non ha effetti gravitazionali. Ad esempio le stelle magnetiche, cioè quelle che presentano un campo magnetico molto più intenso delle altre, non presentano una maggiore forza di gravità. Lo stesso dicasi per le magnetar, stelle di neutroni il cui campo magnetico è miliardi di volte maggiore di quello della Terra.

L’elettromagnetismo è strettamente imparentato con l’elettricità, tanto è vero che i campi elettrici e quelli magnetici si influenzano a vicenda e i relativi fenomeni sono trattati in una teoria unica, quella dell’elettromagnetismo, messa a punto nel 1864 dal grande scienziato scozzese James Clerk Maxwell.

Detto questo, non si può però escludere che in un futuro più o meno prossimo la materia oscura trovi una spiegazione soddisfacente o coerente, come dice lei, nelle forze fisiche già in gioco, tra le quali, però, ci sembra improbabile far rientrare il magnetismo.

Un cordiale saluto, Walter Ferreri
Domanda fatta da: Augusto Galliano, [email protected], 01/06/2019

Salve. Nel documentario 'Come funziona l'universo' dedicato a Giove ,si dice che esso si sia formato a 525.000.000 c.a. dal Sole , e questa sua vicinanza sia la causa delle ridotte dimensioni di Marte. Il documentario dice che poi Giove si sia allontanato grazie al neonato Saturno . Tale allontanamento ha causato sia quello di Urano e Nettuno , sia il tardivo bombardamento me teorico. Ma un articolo dice che Giove si sia formato a 20 U.A. e poi migrato nell'attuale posizione. A chi devo credere?

risponde Walter Ferreri

Purtroppo sulle ipotesi non si hanno certezze e, talvolta, è sufficiente impostare condizioni leggermente diverse per ottenere alla fine risultati molto differenti.

Nel caso della formazione di Giove, attualmente un’ipotesi molto accreditata, ottenuta con simulazioni al computer, è quella della formazione in una regione di spazio appena oltre l’orbita attuale, ad esempio ad una distanza dal Sole nell’ordine del 10% maggiore di quella attuale. L’attrito con le polveri residue del disco protoplanetario avrebbe causato in un arco di tempo compreso fra i 70 mila e i 140 mila anni una perdita del momento angolare e quindi avrebbe portato ad assumere un’orbita meno ampia. A queste considerazioni si è pervenuti grazie alle simulazioni compiute per comprendere le orbite dei gioviani caldi scoperti negli anni scorsi intorno ad altre stelle.

Appare plausibile che le ridotte dimensioni di Marte possano essere state causate dalla grande massa di Giove, che avrebbe impedito una grande concentrazione di massa in quest’orbita, ma anche qui i dubbi non sono pochi.

Come abbiamo accennato all’inizio, non vi sono certezze e se volgiamo lo sguardo indietro ci rendiamo conto di quanto alle volte le ipotesi più accreditate si siano rivelate errate. Uno dei casi più celebri si ebbe con l’emisfero invisibile della Luna. Uno dei più insigni selenologhi a livello mondiale della prima metà del XX secolo, l’inglese H.P. Wilkins, con considerazioni del tutto plausibili, aveva previsto in quell’emisfero un grande “oceano” (una grande pianura lavica, tipo l’Oceano delle Tempeste dell’emisfero rivolto verso la Terra). Ma le sonde spaziali hanno mostrato che questa ipotesi era del tutto inesatta!

Un cordiale saluto, Walter Ferreri
Domanda fatta da: Graziano Curti, [email protected], 11/06/2019

Salve, sono un lettore della vs autorevole rivista, vorrei chiedere un vs parere in merito all'acquisto di un nuovo strumento. Premetto che utilizzo con soddisfazione un acromatico Bresser 127/1200 per l'osservazione di Luna, pianeti e stelle doppie, ma per ragioni di trasportabilità vorrei comprare uno strumento compatto da portare in luoghi più idonei allo scopo, rispetto alla mia abituale postazione di osservazione. Sono indeciso sullo strumento da acquistare, ho visto in rete un nuovo strumento Cassegrain 154/1848 proposto anche da Tecnosky (e stesso strumento anche con altri marchi), oppure un Bresser Mak 152/1900. Gradirei un vs parere sui due strumenti. L'utilizzo principale sarebbe sempre l'osservazione planetaria in alta definizione, quale dei due mi suggerite. Meglio il Cassegrain o il Mak, il circa 4% di ostruzione in meno nel Mak fa molta differenza per quanto riguarda l'incisione delle immagini? secondo voi avrei miglioramenti rispetto al mio rifrattore acromatico da 127, considerando il diametro maggiore dei due. Grazie per l'attenzione e complimenti per l'ottima rivista.

risponde Walter Ferreri

Dobbiamo innanzi tutto premettere che non abbiamo provato gli strumenti in questione.

Partendo dal presupposto che entrambi abbiano ricevuto la stessa precisione di lavorazione, la preferenza va al Maksutov e non solo per l’ostruzione minore del 4%. Il Maksutov, infatti, grazie al menisco, non presenta sostegni per il secondario e, inoltre, il tubo chiuso dovrebbe conferire una maggiore (sia pure proprio di poco) stabilità alle immagini. Inoltre, le superfici ottiche del Maksutov sono meno difficili da lavorare; a parità di capacità ottiche è più facile ottenere un Maksutov che rispetti le tolleranze ottiche che non un Cassegrain classico (dove, ad un primario parabolico si associa un secondario iperbolico. Nel Maksutov, invece, in linea di massima le superfici sono sferiche). L’unica nota negativa del Maksutov rispetto al Cassegrain che ha preso in considerazione è il peso superiore di circa un chilo.

Rispetto al suo rifrattore acromatico 127/1200, su Luna e pianeti il Maksutov Bresser 152/1900 dovrebbe fornire prestazioni simili. In linea di massima il Maksutov dovrebbe consentire di vedere qualche dettaglio in più quando le condizioni di seeing sono molto favorevoli, altrimenti le immagini dovrebbero essere piuttosto comparabili. Con seeing sfavorevole la bilancia dovrebbe pendere a favore del rifrattore, in quanto essendo di diametro minore e non avendo ostruzione dovrebbe risentire meno della turbolenza atmosferica.

Grazie per i complimenti, Walter Ferreri
Domanda fatta da: Felice Ricci, [email protected], 07/06/2019

Spett.le Nuovo Orione, gradirei conferma circa la formazione di un ponte causato dalla Grande Macchia Rossa di Giove tra la North Equatorial Belt e la Sud Equatorial Belt da me intravisti tramite SC Meade 10'' appena avrò elaborato video manderò ripresa elaborata. Grazie

risponde Giuseppe Donatiello

Giove è uno di quei pianeti sempre mutevoli e ricchi di dettagli. Purtroppo, quest'anno l'opposizione è con il pianeta mai alto che risente degli effetti legati all’assorbimento e alla dispersione dell’atmosfera. Come se non bastasse, quest'anno l'inclemenza meteo ha ritardato l'avvio delle osservazioni e non c'è stata possibilità di seguire adeguatamente l'apparizione in corso, specialmente per dare riscontro a certe voci che riferivano d’interessanti cambiamenti, specialmente nell'emisfero Sud. Alcuni di tali fenomeni sono piuttosto ricorrenti, come la sparizione della Banda Equatoriale Sud (SEB), altri sono sicuramente più rari e inediti. Questa'anno la SEB è stata segnalata attraversata da una banda chiara in buona parte della sua estensione, così come alcuni festoni sono apparsi più evidenti che in passato. Non da meno, a dare spettacolo è anche la Grande Macchia Rossa (GRS) che continua a ridursi. Secondo certe previsioni –esagerate – sembra destinata a scomparire a breve! Recenti osservazioni riportano alla presenza di una sorta di gancio scuro nella sua zona esterna che sembra iniziare esattamente dalla SEB, da una zona scura grande quanto la stessa macchia. Anche il colore rosso appare confinato in una piccola regione della formazione, ormai piuttosto chiara. Nella regione è segnalata la presenza di una struttura allungata che dal bordo della GRS si estende sino alla Zona Equatoriale, forse collegandosi a un analogo festone proteso dalla Banda Equatoriale Nord (NEB). Questa formazione, alla risoluzione degli strumenti amatoriali, crea l'illusione di un dettaglio unico quasi verticale. Probabilmente è quello da lei osservato e ripreso. Se così fosse, possiamo confermare la sua osservazione. Tuttavia, è sempre preferibile accompagnare la segnalazione verbale all’immagine (volendo, anche uno schizzo) per avere qualcosa di oggettivo su cui discutere o interpretare. Ci sottoponga la sua immagine!
Domanda fatta da: Felice Ricci Terracina . LT, [email protected], 08/06/2019

Spett.le Nuovo Orione, (seguito email del 07/06/19) spesso mi è capitato di osservare vari festoni nella zona equatoriale gioivana (tra la South Equatorial Belt e la North Equatorial Belt), ma è la prima volta che ho potuto constatare durante la mia osservazione del 6-7/Giugno/2019 che sia stata proprio la Grande Macchia Rossa a dare origine a tale fenomeno. Ripresa effettuata il 060619 UT 224111, telescopio Schmidt-Cassegrain 10'' Meade 2120 LX5 Seeing 6-7/10 Camera ASI 224 MC filtro IR-cut.

risponde Giuseppe Donatiello

Temo che si sia stato un errore nell'allegato... bella foto, a prescindere! Comunque, ribadiamo che la regione intorno alla Grande Macchia Rossa è da qualche tempo interessata da fenomeni molto vistosi, anche con strumentazione amatoriale. Quanto da lei osservato è certamente riconducibile a tali manifestazioni e ogni documento è importante. La sezione Pianeti dell'UAI sta seguendo gli eventi e non sarebbe male inviargli un report. Ci aggiorni!
Domanda fatta da: Roberta Taricani, [email protected], 03/06/2019

Pensavo che per ammirare la Via Lattea ormai poteva essere possibile solo dal 'Cile'e invece la splendida immagine mandata da Fernando De Ronzo da Santa Maria di Leuca mi ha fatto ricredere poi con le parole associate di Giacomo Leopardi è veramente POESIA!Complimenti vivissimi.

risponde Piero Stroppa

Gent.ma Roberta

grazie di questo pensiero, che ho inoltrato all'autore della foto.

Ho colto anche l'occasione per pubblicare la stessa foto nella pagina Facebook di Nuovo Orione per una celebrazione anche se tardiva dei 200 anni dell'Infinito di Leopardi.

Un cordiale saluto
Domanda fatta da: Bartoccini Antonio , [email protected], 01/05/2019

Vi scrivo riallacciandomi alla mia teoria dal titolo Acqua vitale, e alla vostra risposta da me gradita e colgo l'occasione per ringraziare in primis Walter Ferreri e la redazione. Molti scienziati ritengono che l'acqua presente sulla Terra sia in parte di origine Terrestre e in parte proveniente da comete e asteroidi. non so perché ma mi viene da dire .. Acqua da comete ed asteroidi? Si ma poca ! non so se la percentuale di deuterio- protone - neutrone nell'acqua sia di origine diversa? se l'acqua che si trova su comete e asterodi non fosse di origine di pianeti e satelliti?, come dice la mia teoria. Quindi da quale fonte avrebbero acquisito la su detta acqua? e se in corpi come asteroidi e comete in essi stessi possa essersi formata l'acqua? Voglio aggiungere, quando ero giovane credevo moltissimo in dio, tanto che credevo che le comete fossero messaggeri inviati da dio e portavano i semi della vita nell'universo. Poi capi che era soltanto una mia paura ignoranza e la non conoscenza. Cordiali saluti a tutto lo staf. Bartoccini Antonio.

risponde Walter Ferreri

In primo luogo, grazie per i saluti a me e alla redazione.

Penso anch’io che l’acqua presente sulla Terra sia solo in parte di origine asteroidale e cometaria; una gran parte doveva già essere presente sul nostro pianeta.

Quella presente su asteroidi e comete dovrebbe essere proprio “nata” con questi piccoli corpi, in quanto i gas che la costituiscono erano già presenti all’origine del sistema solare. Inoltre, gli elementi più leggeri come i gas sono stati sospinti lontano dal Sole, nelle cui vicinanze si sono formati i pianeti più densi e quindi più ricchi percentualmente di metalli. L’idrogeno e l’ossigeno sono gas estremamente diffusi nell’universo; gli astronomi ne hanno trovato traccia nelle nubi molecolari giganti e nei dischi dai quali si formano nuovi sistemi solari.

Comunque, non è ancora ben chiaro fino a che punto l’acqua presente nel sistema solare sia in gran parte quella presente nella nube molecolare interstellare dalla quale il nostro sistema ha avuto origine o se essa è il frutto di reazioni successive. Il rapporto idrogeno/deuterio indica che, perlomeno una percentuale significativa, sia di origine interstellare (l’acqua-ghiaccio interstellare presenta un’elevata percentuale deuterio/idrogeno a causa delle basse temperature in cui si è formata), ma, allo stadio attuale delle conoscenze, è difficile conteggiare tale percentuale.

Un cordiale saluto, Walter Ferreri
Domanda fatta da: Nicola Marconi, [email protected], 21/05/2019

La sostituzione dei più vecchi satelliti Iridium con altri di ultima generazione, ha fatto sì che in pratica gli iridium flare si siano azzerati. A me dispiace perchè erano, oltre che belli da vedere, anche una ottima occasione durante le serate pubbliche, per mostrare qualcosa d' insolito e spettacolare. Vorrei sapere cosa ne pensa la redazione: abbiamo perso qualcosa o guadagnato un cielo più 'pulito'?

risponde Walter Ferreri

Abbiano sia guadagnato che perso. Indubbiamente nelle serate pubbliche la loro apparizione era un qualcosa in più e generava stupore per le persone inesperte, che così si rendevano conto di come il cielo fosse una fonte ancora più ricca, ovvero un motivo in più per alzare – di tanto in tanto – gli occhi al cielo. Anche a chi scrive è accaduto di assistere a dei loro “lampeggiamenti” mentre era intento a indicare le costellazioni in una serata pubblica. La reazione del pubblico è stata di stupore e, come accennavo sopra, nell’apprendere che in cielo vi sono molte cose visibili anche senza strumenti.

Dal lato opposto, abbiamo una fonte di inquinamento luminoso in meno. Ma, data la brevità del loro guizzo luminoso, questo poteva creare problemi solo per gli astrofotografi del cielo profondo a piccolo campo (nella fotografia a grande campo la loro scia poteva addirittura rappresentare un abbellimento dell’immagine!), sia dilettanti che professionisti. Problema che, con l’avvento del digitale e con la consuetudine di ottenere molte pose brevi anziché una lunga, si era molto ridimensionato. In ultima analisi, forse abbiamo più perso che guadagnato.

Un cordiale saluto, Walter Ferreri

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