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I VENTI STELLARI Quando le stelle “dimagriscono”61
I VENTI STELLARI Quando le stelle “dimagriscono”
Lara Sidoli
TUTTE LE STELLE PERDONO MATERIA NEL CORSO DELLA LORO ESISTENZA. PER QUELLE PIÙ MASSICCE, QUESTO FENOMENO HA RIPERCUSSIONI NOTEVOLI E ANCORA IN PARTE SCONOSCIUTE SULLA LORO EVOLUZIONENegli ultimi anni è cresciuta notevolmente l’attenzione dedicata dagli astrofisici alle stelle massicce, quelle cioè che possiedono una massa superiore a circa dieci volte quella del Sole, e che sono le più luminose e calde tra le stelle. Diversi sono i motivi di questo interesse: si ritiene infatti che esse siano coinvolte nella produzione di alcuni tipi di gamma-ray burst (quelli cosiddetti “lunghi”, v. “le Stelle” n. 103, pp. 64-71) e che siano protagoniste dell’arricchimento chimico (ovvero di elementi più pesanti dell’elio) non solo della nostra Galassia, ma dell’Universo intero fin dalle sue prime fasi di evoluzione. Oggi si attribuisce alle stelle massicce un ruolo fondamentale nel processo di reionizzazione dell’Universo nel suo stadio iniziale (v. “le Stelle” n. 98, pp. 38-43).
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ALMA Una “cattedrale” nel deserto68
ALMA Una “cattedrale” nel deserto
Francesca Schiavon
IN UNA DELLE REGIONI PIÙ ARIDE DEL MONDO, A 5000 METRI DI QUOTA, È IN COSTRUZIONE IL PIÙ GRANDE OSSERVATORIO IN BANDA RADIO AL MONDO. ANDIAMO A SCOPRIRLOSe il “Patagonia express” di Luis Sepúlveda potesse attraversare il deserto di Atacama nel Nord del Cile, oggi (febbraio 2012) non lo troverebbe poi così tanto deserto. Vedrebbe 27 antenne raggruppate sul Cerro Chajnantor, a ben 5000 metri di altitudine e a 40 km dal primo villaggio, San Pedro de Atacama. È proprio in questo luogo inospitale che gli astronomi hanno deciso, una decina di anni fa, di costruire il più grande strumento per l’osservazione in banda millimetrica e sub-millimetrica: l’Atacama Large Millimeter Array (ALMA). Lo strumento è in fase di costruzione e una volta completato sarà un interferometro formato da 66 antenne, il più grande sulla faccia della Terra, che supererà il suo predecessore nella banda radio, il Very Large Array (VLA) di Socorro in New Mexico, composto da “sole” 27 antenne.
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WERNHER VON BRAUN Cent’anni dalla nascita54
WERNHER VON BRAUN Cent’anni dalla nascita
Gianfranco Benegiamo
LUCI E OMBRE NELLA VITA DELL’UOMO CHE RESE POSSIBILE LA CONQUISTA DELLA LUNAIl secolo trascorso dalla sua nascita sembra sufficiente per proporre un ritratto distaccato, dove registrare luci e ombre dell’uomo che rese possibile mandare degli astronauti sulla Luna. Il 23 marzo di cent’anni addietro, infatti, Wernher von Braun nasceva a Wirsitz, cittadina prussiana oggi situata in Polonia, in un’influente famiglia dell’aristocrazia tedesca. Ancora bambino ereditò dalla madre la passione per l’astronomia, alimentata anche dal dono di un piccolo telescopio, ma sarà influenzato soprattutto dalla lettura del libro scritto da Hermann Julius Oberth, pioniere della missilistica, che ipotizzava l’impiego di razzi per l’esplorazione dello spazio interplanetario.
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LA LUNA? Dà ancora segni di vita44
LA LUNA? Dà ancora segni di vita
Mario Di Martino
LE ANALISI DELLE IMMAGINI AD ALTISSIMA RISOLUZIONE DELLA SUPERFICIE LUNARE OTTENUTE DALLA SONDA LRO MOSTRANO CHE SUL SUOLO SELENICO SONO PRESENTI I SEGNI DI UNA RECENTE ATTIVITÀ GEOLOGICALa Luna da sempre ha ispirato poeti e ricercatori per la sua immutabilità. Adesso, però, sembra che il nostro satellite, apparentemente imperturbabile, abbia subìto dei recenti cambiamenti riconducibili a un’attività geologica che si riteneva cessata da tempo. In alcune immagini ottenute dalla sonda Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO) della NASA, infatti, sono stati individuati dei segni che vengono imputati a cambiamenti della crosta lunare verificatisi in tempi recenti su scala geologica. Prima delle missioni Apollo le nostre conoscenze della struttura interna della Luna erano praticamente nulle. I sismometri lasciati sulla superficie lunare dagli astronauti ci hanno permesso di dedurre le caratteristiche generali dell’interno del nostro satellite grazie alle analisi delle onde sismiche dei “lunamoti”, generati nella maggior parte dei casi da impatti meteorici occasionali (primi fra tutti, gli impatti dei moduli con cui gli astronauti raggiunsero l’orbiter, una volta conclusa la loro missione, e che furono fatti ricadere sulla superficie lunare).
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L’OMBRA DI EINSTEIN A caccia di buchi neri48
L’OMBRA DI EINSTEIN A caccia di buchi neri
Camille M. Carlisle
NELL’UNIVERSO SONO COMUNI COME I “GATTI DI POLVERE” NELLE CASE. UN TELESCOPIO DI DIMENSIONI PARAGONABILI A QUELLE DI UN PIANETA, OGGI SI PREPARA A SVELARE I SEGRETI DEI BUCHI NERINel disco della Via Lattea sono a milioni, tipicamente in sistemi binari. Ingoiano materia dalle loro stelle compagne. Belve supermassicce si trovano nei nuclei di quasi tutte le maggiori galassie, e molto probabilmente hanno influenzato la loro stessa formazione ed evoluzione. Ma, sebbene i buchi neri sembrino presenti un po’ ovunque, finora non ne abbiamo ancora visto uno. Questa potrebbe sembrare una questione irrilevante, dal momento che è tipico dei buchi neri “ingoiare” la loro stessa luce; del resto, le prove della loro esistenza sono eccellenti e ben circostanziate. Eppure, i buchi neri potrebbero non essere esattamente ciò che noi pensiamo. I dati che abbiamo attualmente a nostra disposizione non sono sufficienti né per confermare né per smentire la teoria della relatività generale, formulata da Albert Einstein, che prevede – in realtà non senza disappunto da parte del suo stesso ideatore – la formazione di questi oggetti massicci e supercompatti.
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APOLLO 16 Quarant’anni fa Duke sulla Luna40
APOLLO 16 Quarant’anni fa Duke sulla Luna
Antonio Lo Campo
SONO PASSATI 40 ANNI DAL LANCIO DI APOLLO 16, LA PENULTIMA DELLE MISSIONI APOLLO CHE PERMISERO AD ASTRONAUTI DI CAMMINARE SUL SUOLO LUNARECape Kennedy, 16 aprile 1972. Il Saturn 5 si sollevò dalla sua piattaforma di lancio, la 39-A, in una tarda mattinata soleggiata. All’interno si trovavano John Young, capitano della missione Apollo 16, Charles Duke, pilota del veicolo lunare, e Thomas Mattingly, pilota dell’astronave-madre. Il LEM Orion atterrò sull’altopiano Cayley il 21 aprile, con 6 ore di ritardo rispetto al programma a causa di un inconveniente durante il volo. La zona di atterraggio era vicina a un cratere profondo 8 metri con terreno accidentato. Young e Duke furono i primi alpinisti lunari, avventurandosi sulla “Montagna della Pietra” e compiendo una serie di importanti lavori geologici tesi a saggiare le profondità lunari e la consistenza degli strati del sottosuolo. Nel corso delle loro tre escursioni sulla superficie (30 kilometri in tutto), Young e Duke diventarono anche i primi uomini a installare un osservatorio astronomico sulla Luna.