Le Stelle nr. 51 Maggio 2007
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Apocalypse how32
Apocalypse how
John Dubinski
Come sarà l’ Apocalisse? A cosa dovranno assistere i nostri lontani pronipoti quando avverrà la collisione tra la Via Lattea e la Galassia in Andromeda? Le simulazioni non lasciano scampo: tutto succederà prima che il Sole muoia.
La grande “Nebulosa in Andromeda” è uno degli oggetti più maestosi che siano visibili a occhio nudo nell’emisfero celeste settentrionale. Da un sito ove il cielo è buio si presenta come un debole batuffolo luminoso, grande circa la metà della Luna Piena e posto a una ventina di gradi dal piano della Via Lattea. Benché probabilmente fosse già nota nell’antichità, ne fa menzione per la prima volta nel X secolo l’astronomo persiano Abd-al-Rahman Al-Sufi. Nel suo Libro delle Stelle Fisse, la nomina infatti come la “Piccola Nube” sulla bocca del “Grosso Pesce”. Oggi ormai sappiamo che questo evanescente chiarore ellittico è in realtà una grande galassia spirale – la Galassia in Andromeda, o anche Messier 31 – un’isola di centinaia di miliardi di stelle distante circa 2,5 milioni di anni luce da noi. Si tratta dell’oggetto più distante che si possa ancora vedere abbastanza facilmente a occhio nudo: la luce che ci colpisce iniziò il suo viaggio verso di noi all’alba dell’umanità. Tags:
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Una meraviglia ma solo di passaggio 40
Una meraviglia ma solo di passaggio
J. Kelly Beatty e Greg Bryant
Sapevamo che la cometa McNaught stava arrivando, ma nessuno poteva immaginare che razza di spettacolo avesse in serbo per noi.
Le comete sono solite riservare sorprese. Nel 1973, nonostante fosse stata reclamizzata come la “cometa del secolo”,
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Voli low cost interplanetari46
Voli low cost interplanetari
Claudio Maccone e Paolo Sirtoli
Sfruttando i punti lagrangiani di ciascun pianeta, con manovre che richiedono poca energia, una navicella potrebbe navigare per l’intero Sistema Solare. Tempi lunghi, ma poca spesa.
Il giorno di Natale del 1968 la capsula dell’Apollo 8, con a bordo tre astronauti, orbitava placidamente attorno alla Luna. Da soli 110 km di altezza i tre potevano ammirare la splendida desolazione di quel mondo, sul quale pochi mesi dopo due uomini avrebbero mosso i primi passi, in nome dell’intera umanità. Dopo alcune orbite, il comandante diede l’ordine di accendere il razzo principale. La navicella ora stava percorrendo una traiettoria di ritorno libero che, senza ulteriori manovre, l’avrebbe riportata a casa. L’equipaggio, rilassato e felice, si concesse volentieri alle interviste da Terra. Durante una di queste, il figlio di un tecnico del controllo chiese agli astronauti chi stava guidando la navicella. Veloce e brillante, il comandante Bill Anders rispose “credo che il grosso del lavoro lo stia facendo Newton”. Proprio così. L’Apollo 8 era infatti sotto il totale dominio della forza di gravità, quella forza che tiene legata
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Miti moderni pseudoscientifici52
Miti moderni pseudoscientifici
Luigi Prestinenza
Miti, leggende, ricostruzioni pseudo-scientifiche: sul gran pubblico fanno presa e fanno vendere bene libri e giornali. Perciò prosperano, e con loro una selva di autori senza troppi scrupoli.
Segreti delle piramidi, astronauti della preistoria, continenti inghiottiti dall’Atlantico e dal Pacifico, linee geometriche di Nazca, carte geografiche che anticipano scoperte ancora da fare, cannocchiali degli Assiri e batterie a secco di Baghdad, giganti di pietra dell’isola di Pasqua, oro degli dei nelle caverne peruviane: l’armamentario della fantarcheologia, fantastronautica, fantageografia è sterminato. Ha riempito interi scaffali e registrato incredibili successi di vendite, da noi in Italia con Peter Kolosimo, oltre confine con Von Däniken, Hancock, Drake, Charroux e svariati altri autori, anche se nessuno, dopo un certo tempo, si ricorda più di tante pretese rivelazioni, dei fatti leggendari e delle clamorose elucubrazioni di cui grondano quei testi, che mirano solo a far colpo, anche a costo di inesattezze evidenti, di ragionamenti acrobatici, sostenuti da dati non controllabili. Ma, e qui sta il peggio, quel successo, quell’ubriacatura di leggende ha finito col far nascere e affermare nel pubblico la convinzione che possa esistere un’altra scienza, slegata dalle convenzioni dominanti, dai dubbi e dalle pastoie della ricerca “ufficiale”, capace di suscitare emozioni straordinarie in chi se ne fa trascinare ed è disposto ad accontentarsene. Tags:
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Le galassie dell’Idra58
Le galassie dell’Idra
Luigi Fontana
Scriviamo queste righe all’inizio di una primavera decisamente strana, che si è presentata con un freddo insolito, quando invece il freddo in alcune zone del Belpaese è addirittura mancato per tutto l’inverno. Ma è ragionevole supporre che le notti di maggio saranno decisamente miti, e invoglieranno quindi gli astrofili a sessioni di osservazione prolungate. L’Idra, come abbiamo già accennato il mese scorso, è una costellazione che può essere osservata per molte ore, a causa della smisurata estensione in ascensione retta. E gli oggetti al suo interno sono talmente numerosi che ce ne occuperemo anche il mese prossimo. Sfortunatamente la costellazione si trova quasi tutta nell’emisfero meridionale, e di conseguenza gli osservatori italiani devono attendere condizioni particolarmente favorevoli per dedicarsi a questa plaga celeste. Inutile dire che sono molto avvantaggiati gli osservatori del Meridione. Per gli oggetti del cielo profondo, come le galassie, la variazione anche di pochi gradi dell’altezza di culminazione può infatti comportare un radicale cambiamento dell’aspetto telescopico. Dato che descriveremo parecchie galassie, dedichiamo qualche riga a spiegare cos’è il parametro di luminosità superficiale, indicato con SB (surface brightness), come ci è stato richiesto anche da qualche lettore. Esso indica che magnitudine avrebbe una stella che ci inviasse lo stesso flusso luminoso (nel visibile) di un quadratino di un primo d’arco di lato “ritagliato” sulla galassia. Tags:
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Bravi astrofili!64
Bravi astrofili!
Luciano Lai
Per una volta, lasciate che ci complimentiamo da noi, perché ce lo meritiamo. Brian G. Marsden, direttore del Minor Planet Center, recentemente si è espresso con soddisfazione (difficoltà economiche a parte) parlando dei risultati ottenuti su scala mondiale nello studio degli oggetti NEA, quelli potenzialmente pericolosi per
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Le brillanti raggiere lunari68
Le brillanti raggiere lunari
Charles A. Wood
Gli impatti meteorici sono escavatrici cosmiche che si insinuano nel sottosuolo, ne rivoltano il materiale e lo disseminano tutto attorno. Alcune di queste rocce polverizzate vanno ad accumularsi sul bordo del cratere scavato dall’impatto, mentre altre vengono scagliate molto lontano. Entro una distanza pari al diametro del cratere, gli ejecta ricoprono in modo uniforme il terreno circostante con uno strato sottile di frammenti anche relativamente grossi. Più in là, la distribuzione del materiale è discontinua, e gli impatti secondari dei frammenti eiettati dall’urto primario producono a loro volta craterini circondati da aloni chiari di roccia fine. La forma più spettacolare esibita dagli ejecta discontinui è costituita dalle brillanti raggiere che sono ben note a chi osserva
