Le Stelle nr. 74 Giugno 2009
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Nuova luce sulla materia oscura32
Nuova luce sulla materia oscura
Govert Schilling
Due strumenti potrebbero aver visto tracce rivelatrici lasciate dalla strana sostanza che costituisce quasi un quarto della massa dell’Universo
A partire da novembre 2008, un turbinio di articoli ha iniziato a percorrere Internet, offrendo interpretazioni diverse di alcuni dei più interessanti dati astronomici che vedremo arrivare nei prossimi anni. Due gruppi di ricerca, uno grazie a un satellite e l’altro a un pallone-sonda, hanno registrato un eccesso sorprendente di alcune particelle di alta energia provenienti dallo spazio profondo. Queste osservazioni potrebbero essere spiegate grazie alla materia oscura, la misteriosa dark matter che non è composta da atomi e che costituisce una parte rilevante della massa dell’Universo, la cui natura però rimane avvolta nel mistero. Oppure potrebbero indicare la presenza di una o più pulsar vicine, un tipo di oggetto di cui siamo già a conoscenza. Gli astronomi hanno raccolto prove schiaccianti sull’esistenza della materia oscura. Tags:COSMOLOGIA -
Galassie al computer36
Galassie al computer
Giuseppe Murante
La formazione delle galassie studiata con le simulazioni numeriche
Supponiamo di trovarci su un aereo che sta decollando. Dapprima sono le persone, gli alberi e le case che costituiscono il nostro paesaggio quotidiano a rimpicciolire; successivamente anche i villaggi e le città diventano macchie quasi indistinguibili, mentre altri tratti del medesimo paesaggio acquistano nuove caratteristiche, che prima non potevamo apprezzare. Ecco comparire davanti ai nostri occhi valli, montagne, fiumi, pianure e ghiacciai, di cui in precedenza avevamo un’esperienza solo parziale, dei quali apprezzavamo solo singoli dettagli, senza cogliere la visione d’insieme. Ora immaginiamo di fare lo stesso col nostro pianeta, allontanandocene per poter apprezzare il paesaggio astronomico in cui esso si trova. Mentre esso si rimpicciolisce, nel nostro campo visivo entra il Sole, che ci appare come una gigantesca palla infuocata, con la sua coorte di corpi freddi – gli altri pianeti. Tra di essi spiccano i cosiddetti giganti gassosi, Giove e Saturno tra tutti, decisamente più grandi di quello che abbiamo appena lasciato. Tralasciamo gli altri corpi minori, le comete, le fasce di asteroidi, e continuiamo ad allontanarci. Tags:ASTROFISICA -
Tutti i razzi del mondo44
Tutti i razzi del mondo
Antonio Lo Campo
Il punto della situazione sui lanciatori che permettono a satelliti e sonde di entrare in orbita o di lasciare il nostro pianeta, a quasi 52 anni dall’inizio dell’era spaziale
Il mezzo di trasporto per lo spazio sono sempre loro. I razzi vettori, o lanciatori, come vengono definiti in modo un po’ più tecnico, restano ad oggi l’unico metodo “concreto” per lanciare satelliti, sonde, navicelle spaziali e moduli orbitanti. Si è tentato in passato di lanciare satelliti e sonde tramite un nuovo mezzo spaziale come gli Space Shuttle, ma è un sistema riuscito solo in parte, certamente più dal lato tecnologico che da quello della competizione commerciale. E le stesse navette, comunque, necessitano per la prima fase del lancio di razzi vettori ausiliari a combustibile solido. Dal 1958, quando la percentuale di fallimento dei vettori di lancio sia americani sia russi era circa del 50%, la tecnologia e le prestazioni dei “lanciatori” hanno registrato un notevole miglioramento. Ancora oggi lo sviluppo dei razzi vettori è in piena espansione, e sono molte le nazioni competitive in questo settore: oltre alle già esperte USA e Russia, c’è l’Europa, che ha raggiunto la piena autonomia nel settore dei lanci, così come Cina e Giappone, e anche l’India dispone di vettori affidabili. Ne abbiamo pertanto passati in rassegna alcuni tra quelli oggi maggiormente utilizzati dalle principali nazioni impegnate nello “scenario spaziale”, accennando anche a qualcuno di quelli ormai prossimi all’entrata in servizio. Tags:ASTRONAUTICA -
L’Olanda astronomica53
L’Olanda astronomica
Gabriella Bernardi
Un curioso viaggio tra passato e futuro nell’Olanda astronomica iniziato a Leida, sede della prima Università al mondo a essere dotata di un Osservatorio astronomico quando lo studio degli astri era ancora un passatempo riservato a pochi
Nel mese di ottobre ho avuto occasione di visitare per cinque giorni l’Olanda da un punto di vista molto particolare, quello astronomico. Le porte di industrie e istituzioni si sono aperte a un ristretto gruppo di giornalisti scientifici provenienti da tutta Europa appartenenti all’EUSJA, la European Union of Science Journalists’ Association. Un’occasione unica e privilegiata per osservare da vicino musei, istituzioni, ditte e centri di ricerca che rappresentano il passato e il futuro astronomico in terra olandese. Procedendo con ordine, il benvenuto l’abbiamo ricevuto al numero 10 di Lange St. Agnietenstraat, nell’antica cittadina universitaria di Leiden, dal Ministro della Scienza e dell’Educazione, che ci ha accolti in uno dei più bei musei scientifici europei, quello di Storia della Scienza e della Medicina Boerhaave. Il museo, nato ai primi del secolo passato, conserva collezioni rarissime, come l’erbario più antico al mondo, e oggetti scientifici e tecnologici importantissimi, che spaziano dal XVI secolo fino al secolo scorso, fra i quali non poteva mancare il primo condensatore: la famosissima bottiglia di Leida. Tags: -
La campagna osservativa PHEMU 200958
La campagna osservativa PHEMU 2009
Tiziano Magni
È iniziata la nuova “stagione” di eclissi e occultazioni mutue dei satelliti di Giove e di Saturno
La nuova “stagione” di eclissi e occultazioni mutue dei satelliti di Giove e Saturno è l’obiettivo della campagna osservativa PHEMU 2009 promossa, come le precedenti, dagli astronomi francesi dell’Institut de Mécanique céleste et de calcul des éphémérides (IMCCE), che ha sostituito il prestigioso Bureau des Longitudes. Le osservazioni delle mutue occultazioni ed eclissi dei satelliti dei pianeti giganti costituiscono una magnifica opportunità per ottenere misure indirette della posizione degli oggetti coinvolti con una precisione di alcune decine di chilometri, superiore persino a quella normalmente raggiungibile con il Telescopio Spaziale Hubble (HST). Purtroppo osservazioni di questo tipo sono possibili solo in condizioni particolari: questi fenomeni si verificano, infatti, quando il pianeta si trova in prossimità degli equinozi della propria orbita e solo per un limitato periodo di tempo. Per Giove e il suo sistema di satelliti ciò avviene ogni 6 anni circa, mentre per Saturno le stagioni osservative cadono a intervalli di addirittura 14 anni e mezzo. Tags:OSSERVAZIONI