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L’Osservatorio degli Orobi Comenses66
L’Osservatorio degli Orobi Comenses
Adriano Gaspani
Un singolare e unico sito archeologico venuto alla luce di recente indica che le popolazioni celtiche stanziate nell’Italia settentrionale avevano conoscenze astronomiche molto sofisticateNei primi mesi del 2007, in località Tre Camini - Ravona, nel comprensorio del comune di Montano Lucino, in prossimità del punto in cui il torrente Val Grande confluisce nel Seveso, durante i lavori per la costruzione del nuovo ospedale Sant’Anna di Como, emerse dagli scavi di sbancamento e di sistemazione dell’area un grande circolo di pietre, venuto alla luce nel corso delle operazioni di deviazione dell’alveo del torrente. La tipologia della struttura che da ora in avanti chiameremo “Grande Cerchio” è analoga a quella di altri recinti tombali, come quelli tipici della Cultura di Golasecca – una cultura pre-Romana, della prima Età del Ferro, con un probabile substrato celtico che prende il nome dai ritrovamenti rinvenuti a Golasecca, nel Canton Ticino – ma con la caratteristica di essere circa dieci volte più grande: circa 68 m di diametro esterno.
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Due italiani nello spazio58
Due italiani nello spazio
Antonio Lo Campo
Presentiamo due delle prossime missioni spaziali verso la Stazione Spaziale Internazionale, una russa e l’altra americana, che vedranno come protagonisti due astronauti italianiDue italiani si accingono al grande balzo tra le stelle. Non sarà la prima volta, perché è già capitato nel 1996, quando due astronauti che avevano il tricolore cucito sulla tuta (Maurizio Cheli e Umberto Guidoni) presero parte alla stessa missione, la STS-75, ma sullo stesso veicolo spaziale, che in quell’occasione era lo Shuttle Columbia. Questa volta due astronauti italiani andranno in orbita ma con due missioni differenti, su diversi veicoli spaziali, e partendo in momenti differenti da due diversi siti di lancio. Unico punto in comune, il “sito” spaziale da raggiungere: la Stazione Spaziale Internazionale (ISS), che sarà la méta per entrambe le missioni e dove, se le date saranno confermate, i nostri due astronauti potrebbero persino ritrovarsi assieme. È infatti previsto per il 10 dicembre il lancio della Sojuz TmA-21, che tra i tre cosmonauti a bordo vedrà l’ingegnere di bordo Paolo Nespoli, alla sua seconda impresa, dopo quella sullo Shuttle Discovery della NASA del 2007.
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Marte al microscopio42
Marte al microscopio
J. Kelly Beatty
Il più grande telescopio mai inviato a esplorare un pianeta sta svelandoci il vero aspetto della superficie marzianaLa sonda MRO (Mars Reconnaissance Orbiter) della NASA è in orbita attorno a Marte dal marzo 2006, ossia da circa 4,5 anni. Al momento, però, è probabilmente la missione marziana che la gente conosce di meno. Eppure MRO è stato tutt’altro che improduttivo. La sonda porta a bordo tre camere, due spettrometri, un mappatore radar e un paio di esperimenti di radio-scienza. A tutto il 18 giugno 2010, la sua camera principale, denominata HiRISE, ossia High- Resolution Imaging Science Experiment, aveva realizzato 16.077 puntamenti e inviato a terra 13,4 trilioni di pixel sotto forma di immagini digitali.
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La frontiera delle osservazioni astronomiche da terra48
La frontiera delle osservazioni astronomiche da terra
Antonio Stamerra
L’Universo violento rappresenta la frontiera d’indagine dell’astronomia moderna e costituisce il ponte tra l’astrofisica delle alte energie e lo studio dei raggi cosmici. La fisica astro-particellare utilizza sofisticati e imponenti osservatori che ampliano l’intervallo di energie coperto dall’astronomia classicaLa frontiera delle osservazioni astronomiche da terra è rappresentata oggi dall’astronomia delle alte energie. Come 400 anni fa il cannocchiale di Galileo svelò un Universo inatteso, le nuove tecniche osservative introdotte negli ultimi anni aprono nuovi scenari sull’Universo conosciuto. La rotta di avvicinamento che seguiremo per comprendere l’astronomia delle alte energie segue il percorso degli eventi e dei protagonisti che l’hanno sviluppata. L’inizio è fissato il 12 aprile 1912, durante un’eclisse di Sole, con un’ascesa in pallone del ventottenne austriaco Victor Francis Hess.
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La nascita delle prime stelle nell’Età Oscura dell’Universo32
La nascita delle prime stelle nell’Età Oscura dell’Universo
Giuseppe Perlini
L’affascinante studio della formazione delle prime strutture cosmiche nel gas primordialeVi fu un periodo nella storia evolutiva dell’Universo in cui le stelle non erano ancora nate e l’Universo era completamente immerso in una profonda oscurità. Secondo la teoria standard del Big Bang, quando l’espansione e il conseguente raffreddamento dell’Universo primordiale avevano portato la temperatura sotto i 3000 K, si formarono i primi atomi stabili. Il gas neutro che si formò (praticamente composto soltanto da idrogeno ed elio) era a una temperatura troppo bassa per emettere qualsiasi tipo di luce. Se tutto fosse stato perfettamente uniforme, l’espansione avrebbe portato l’Universo a divenire sempre più freddo senza che alcuna stella o galassia avesse la possibilità di formarsi. Ma sappiamo che così non fu, e infatti osserviamo intorno a noi un’infinità di stelle e galassie.