Nuovo Orione nr. 168 Maggio 2006
Nuovo Orione nr. 168
Maggio 2006
In edicola dal 27 Maggio
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BRILLAMENTI SOLARI40
BRILLAMENTI SOLARI
Mario Dho
Sfruttando le interazioni tra i raggi X di origine solare e la ionosfera terrestre, è possibile registrare indirettamente questi fenomeni con una stazione radio-ricevente nella banda VLF
Le macchie solari sono solamente una delle manifestazioni dell’attività solare. In prossimità del picco del ciclo delle macchie (che avviene ogni 11 anni) si possono osservare con maggiore frequenza dei lampi luminosi nella cromosfera al di sopra delle coppie di macchie, chiamati brillamenti (flare in inglese) che sono il risultato di esplosioni elettromagnetiche che producono una grande accelerazione degli elettroni, generando raggi X. Quando si verificano questi fenomeni, parte del gas della cromosfera evapora, andando ad alimentare di materia la sovrastante corona solare, con grandissima violenza. Se i brillamenti di maggiore intensità si registrano in prossimità del massimo solare, anche quando il Sole è “quieto”, dalla Terra si osserva una miriade di “piccoli” brillamenti che, in qualche modo, interferiscono con gli strati alti dell’atmosfera del nostro pianeta e condizionano le trasmissioni radio. Nel caso specifico dei brillamenti solari X, una stazione ricevente operante nella banda delle VLF (Very Low Frequency) può rilevare un repentino aumento di segnale, direttamente connesso all’entità del brillamento stesso e alla sua durata. Tags:TECNICA -
GRECI E TROIANI in pace nel cielo45
GRECI E TROIANI in pace nel cielo
Piero Stroppa
Gruppi di asteroidi occupano posizioni privilegiate nel cielo, dotate di grande stabilità, che svelano misteri del passato e suggeriscono idee per le stazioni spaziali del futuro
Probabilmente, i pianetini troiani sono composti dai detriti rimasti dopo la formazione di Giove, oppure sono il risultato di accrezioni di materiale interplanetario, attratto verso il pianeta gigante. Le analisi spettrali hanno dimostrato che sono gli asteroidi più oscuri e pertanto sono classificati di tipo D (dark). Secondo molti autori, essendo tra gli asteroidi più lontani della Fascia Principale, avrebbero conservata quasi intatta tutta la loro composizione originaria, perché non hanno subito un riscaldamento significativo da parte del Sole. In effetti, le teorie evolutive degli asteroidi prevedono quattro tipi di cammino, che si diramano tutte dagli asteroidi di tipo D, considerati i più antichi. Tags:SISTEMA SOLARE -
La seconda Macchia Rossa di GIOVE50
La seconda Macchia Rossa di GIOVE
Albino Carbognani
In questi mesi il pianeta gigante si presenta con due Macchie Rosse: vediamo come si può seguire l’evento con strumenti amatoriali
Quest’anno Giove sarà in opposizione al Sole il 4 maggio, ma la comunità internazionale degli osservatori planetari ha iniziato a seguire assiduamente il pianeta sin dagli ultimi mesi del 2005. In questi mesi non sono mancati fenomeni interessanti e in questo articolo ci occupiamo dell’arrossamento dell’ovale BA, un fenomeno unico nel suo genere, la cui evoluzione potrà essere seguita ancora per qualche mese prima della congiunzione di Giove con il Sole, che avverrà nel novembre 2006. Tutti i risultati qui ottenuti sono dovuti all’analisi di immagini riprese con webcam o telecamere CCD, inviate sulla lista di discussione italiana AstroHiRes (sezione pianeti dell’UAI), o sull’internazionale ALPO_Jupiter (sezione Giove dell’ALPO). Tags:OSSERVAZIONI -
NUOVE TERRE con le microlenti planetarie52
NUOVE TERRE con le microlenti planetarie
Cesare Guaita
La recente scoperta di un pianeta extrasolare di cinque masse terrestri ha dimostrato come la tecnica di microlensing gravitazionale sia la più adatta per l’individuazione di pianeti simili alla TerraNel caso che l’oggetto che fa da lente gravitazionale (a un astro molto lontano) sia una stella circondata da uno o più pianeti, è teoricamente possibile che all’effetto lente primario (ossia all’aumento gaussiano di luminosità che può durare anche molte settimane) si sovrappongano repentini massimi secondari (poche ore o pochi giorni), dovuti all’azione di un pianeta. Si tratta di una possibilità molto importante, perché, durante un microlensing, un eventuale pianeta è ben evidenziabile anche se la sua massa è di taglia terrestre: anzi, si tratta dell’unico metodo attualmente in grado di individuare anche pianeti di massa terrestre.
Tags:ASTROFISICA -
Dobson Meade 10” LightBridge58
Dobson Meade 10” LightBridge
Walter Ferreri
Abbiamo provato il diametro intermedio nella versione Deluxe, che si può definire un eccellente compromesso fra dimensioni, ingombro, peso e costo da un lato e capacità di raccolta della luce dall’altro.
D’ora in avanti, gli amanti dell’osservazione deepsky avranno la possibilità di una scelta in più per lo strumento adatto alla visione dei loro astri preferiti. Infatti, la ben nota casa californiana Meade ha recentemente lanciato sul mercato internazionale una nuova linea di telescopi: i dobsoniani LightBridge (ne abbiamo già accennato in un articolo pubblicato nel mese scorso, dedicato alle novità di casa Meade). Come indica il nome, si tratta di riflettori di tipo Dobson, quindi molto spartani, ma dalle rispettabili capacità di potere di raccolta della luce. I diametri proposti sono infatti quelli di 8, 10 e 12 pollici. Tutte e tre le versioni sono proposte nei modelli Standard e Deluxe. Tags:PROVE STRUMENTI -
Come revisionare la montatura EQ-664
Come revisionare la montatura EQ-6
Armando Beneduce
Molti astrofili, in possesso di montature equatoriali EQ-6, hanno la necessità o la “tentazione” di migliorarne le prestazioni, sostituendo il grasso posto tra corone dentate e viti senza fine e tra i cuscinetti e gli assi di Ascensione Retta e Declinazione. I più audaci provvedono anche a sostituire cuscinetti, vite senza fine e corona dentata di AR o ad effettuare la lappatura di queste ultime. Da questo tipo di esigenze deriva l’opportunità di fornire indicazioni e suggerimenti per semplificare l’operazione di smontaggio della montatura. Tags:VETRINA DELLE IDEE -
Il Sole nero in EGITTO32
Il Sole nero in EGITTO
Cesare Guaita
Il resoconto della spedizione scientifica del GAT per osservare l’eclisse totale di Sole. E non solo
Come sempre, però, mentre la visione diretta era veramente surreale e fantastica, molto più difficile è risultata la registrazione fotografica. Questa è stata anche la prima eclisse in cui sono state utilizzate sia fotocamere tradizionali, sia reflex digitali, come si vede nelle immagini qui pubblicate. Per quanto riguarda la cromosfera, le protuberanze erano numerose ma deboli, sia in entrata che in uscita. Le due maggiori erano visibili in entrata ed erano verosimilmente collegate a un grosso gruppo di tre macchie (siglate 865, 866 e 867) appena sorte sul bordo est del Sole. Tags:OSSERVAZIONI -
La crociera dell’ECLISSE0
La crociera dell’ECLISSE
Walter Ferreri
Una spedizione eccezionale per un evento indimenticabile
Poco prima dell’inizio della totalità, la caduta della luce è stata repentina e con essa una sensazione di sgomento, vestigia dell’atavico terrore che, come si impadroniva dell’uomo primitivo alla visione di questi fenomeni, così avveniva per noi. Un bellissimo anello di diamanti alle 13h50m annunciava la totalità, questa volta non anticipata dalla visione dell’ombra lunare in arrivo. Non sono state notate neppure le ombre volanti, ma la nostra attenzione era rivolta in quei febbrili istanti verso il disco del Sole, dal quale ci era difficile distogliere lo sguardo. Tags: