Consigli per una ESTATE ASTRONOMICA

Walter Ferreri

Idee, strumenti, tecniche e suggerimenti per l’astrofilo viaggiatore e per quello stanziale, in vista della stagione più adatta per le osservazioni del cielo

L’estate è la stagione preferita dagli appassionati di astronomia che si dedicano alle osservazioni del cielo, ed è facile capire il perché. Le vacanze e il clima sono i due fattori principali che eleggono l’estate a stagione ideale per l’astronomo dilettante. Il periodo in cui si è liberi dall’attività lavorativa o dagli impegni scolastici permette di fare le “ore piccole” senza problemi di sonno da recuperare e di dedicarci completamente al nostro hobby preferito. Inoltre, la temperatura esterna, simile a quella interna delle abitazioni, permette di utilizzare subito gli strumenti senza la necessità di un periodo di tempo di acclimatazione, indispensabile nella stagione fredda.  

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Notte! Camera! AZIONE!

Thomas A. Dobbins (traduzione di Luigi Fontana)

Riprendere video astronomici non è solo un gioco. Usate la vostra videocamera per riprendere immagini del Sole, della Luna e dei pianeti.

Nessuna fotografia o disegno può rivaleggiare con il meraviglioso senso di “realtà” e l’impatto emotivo che trasmette un video. Richard Barry, uno dei pionieri della ripresa digitale di immagini in campo amatoriale, ha riassunto così la situazione: “Guardare un video non è come osservare davvero, ma quanto più ci si avvicina. Sebbene sia impossibile riprodurre l’effetto di un video sulle pagine di una rivista, è assolutamente meraviglioso vedere la Luna, il Sole o i pianeti sulla vostra televisione, proprio come se li osservaste con un oculare ad alto ingrandimento”. Ogni minuto di ripresa contiene 1500 immagini singole, un numero che mortifica anche l’opera del più assiduo fotografo che dovesse caricare e scattare con una macchina tradizionale! E come le macchine fotografiche digitali, anche il video non richiede di attendere lo sviluppo e la stampa per vedere i risultati.  

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La ricerca delle SUPERNOVAE

Federico Manzini

Come ci si deve organizzare, con quali strumenti e attrezzature, per intraprendere un programma impegnativo, ma che può fornire profonde soddisfazioni

Sono ormai un certo numero gli italiani che possono vantare la scoperta di supernovae extragalattiche (sempre nell’attesa di una supernova galattica!), da quando, negli anni 50 e 60 del secolo scorso, era iniziato questo genere di ricerche per merito dei professori L. Rosino e G. Romano. In teoria, tutti gli astrofili che osservano il profondo cielo sono “ricercatori di supernovae”; ma la scoperta di un evento di questo genere avviene ben raramente solo per casualità. Esattamente come in ogni altro campo dell’astronomia, ogni ricerca coinvolge un buon ammontare di volontà e di “duro e freddo” lavoro. Questo articolo indica come si può preparare a tavolino una ricerca propriamente detta e di come questo lavoro debba anche essere compiuto non solamente al telescopio. Per chi ama il freddo e il buio della notte, passare ore e ore per una ricerca a tavolino degli oggetti da puntare e da riprendere appare come una costrizione. Ma è un lavoro preliminare necessario. Si potrebbe, anche se non è proprio rigorosamente e formalmente corretto, procedere alla ripresa di tante galassie in aree ben precise; ciò può avvenire, però, se si è supportati da immagini di riferimento riprese con la medesima strumentazione e da un software di puntamento automatico che permettano anche l’individuazione di debolissime galassie (per esempio, The Sky, Guide, Starry Night). È stato proprio quest’ultimo il metodo che ho adottato personalmente, quando ho deciso di dedicare parte del mio tempo al telescopio per la ricerca di supernovae: sono partito infatti dal presupposto che volevo indagare zone di cielo solitamente precluse agli osservatori automatizzati.

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Osservare il cielo con GALILEO

Jim Quinn (traduzione di Walter Ferreri)

Quando Galileo Galilei rivolse il suo telescopio al cielo quattro secoli fa, scoprì una realtà sorprendente. Oggi noi possiamo ripercorrere il suo cammino celeste

Immaginate l’emozione di guardare attraverso un telescopio e di fare una nuova scoperta appena scrutate nell’oculare. Sebbene non si possa del tutto escludere un’eventualità del genere, è molto difficile che ciò si verifichi ai nostri giorni, per i molti astronomi professionisti e non che studiano il cielo ogni notte. Ma quattro secoli fa il telescopio era una nuova invenzione rivoluzionaria e quando il grande Galileo Galilei diresse un telescopio verso il cielo alla fine del 1609, egli fu sorpreso da ciò che vide, notte dopo notte. Le visioni inaspettate rivelate attraverso il suo strumento trasformarono la sua vita e in generale il mondo. Noi possiamo ripercorrere lo stesso cammino celeste di Galileo, eseguendo le stesse osservazioni che fece lui – dai crateri della Luna al sistema di Giove che riproduce su scala minore quello solare. “Riscoprendo” alcune delle molte meraviglie del cielo notturno, possiamo diventare osservatori più abili e riusciamo a renderci conto della grande capacità che dimostrò Galileo in relazione agli strumenti utilizzati. 

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Telescopio Newton Bresser Messier R-203

Walter Ferreri


Altrettanto positiva è l’impressione dell’interno del tubo, con l’annerimento opaco. La collimazione dello specchio principale si effettua grazie a tre coppie di viti che sporgono dalla cella posteriore, ben dimensionate e facili da azionare. A seguito di tutte queste premesse positive e davvero notevoli per il prezzo proposto, siamo passati a verificare la resa ottica. Dapprima abbiamo notato come lo strumento fosse quasi centrato. Per ottenere il massimo della resa, abbiamo voluto collimarlo al meglio, verificando - com’era prevedibile per un f/4,4 - che l’operazione è un po’ delicata; basta poco per cambiare l’allineamento. Come prima prova abbiamo verificato l’immagine di una stella, e per farlo abbiamo regolato l’altezza del treppiede nella sua posizione più bassa, quella che abbiamo trovato più comoda. Questo esame visivo ha mostrato parecchia luce diffusa circostante l’immagine centrale; poi la lama ha chiarito molto bene l’origine di questa luce. La scomparsa della luce non era istantanea, indicando un notevole effetto di sbordatura. A causa di questo effetto, il reticolo di Ronchi ha evidenziato una correzione fra 1/2 e 1/3 di lambda. Di conseguenza, nelle osservazioni successive non è stato possibile utilizzare forti ingrandimenti. In termini matematici, si può affermare che la risposta dell’ottica è un basso MTF (modulazione di trasferimento di frequenza). Tags:PROVE STRUMENTI

Telescopio apocromatico A&M 1056

Walter Ferreri

Il telescopio in questione è un rifrattore a tre lenti da 105 mm di apertura libera e con una correzione tale da farlo rientrare nel novero degli apocromatici. Il rapporto d’apertura di f/6,2 fornisce la lunghezza focale di 650 mm. Uno strumento quindi che si presenta come ottimale per chi ne desidera uno compatto e luminoso per la fotografia degli oggetti deboli. A una prima occhiata, salta subito all’occhio come si tratti di uno strumento di pregio, dalla costruzione molto curata e - dato il materiale impiegato - inevitabilmente piuttosto pesante in relazione alle sue dimensioni: alla nostra bilancia ha fatto registrare un peso di 5 kg. Come dicevamo, lo strumento si presenta molto bene esteticamente, con un corpo metallico curato, sia come lavorazione che come verniciatura. La lunghezza del tubo, in posizione rientrata, è di 57 cm; un valore che lo rende facilmente trasportabile. In posizione “di lavoro” la lunghezza è di 70 cm. Questi valori si riferiscono al fuocheggiatore totalmente rientrato. Il fuocheggiatore è di grande classe, sia come progetto che come realizzazione.  

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Un planetario on-line: Your Sky

Albino Carbognani

Il software astronomico più diffuso fra gli astrofili è sicuramente il classico “planetario”. In questo settore, ci sono diverse possibilità di scelta fra decine di programmi che fanno circa la stessa cosa: rappresentare la sfera celeste vista dalla Terra con stelle, Sole, Luna, pianeti, asteroidi, comete, ammassi, nebulose e galassie. Di solito, il software è installato sul computer che si utilizza; ma anche sul web è possibile consultare dei discreti planetari. Per questi si può utilizzare un comune browser come Internet Explorer o (meglio) FireFox, senza dover installare nulla sul proprio computer. Il vantaggio, con questo tipo di planetari, è che sono facilmente consultabili da qualsiasi luogo e indipendenti dal sistema operativo utilizzato. L’ovvio svantaggio è che richiede la connessione alla rete (vedi per esempio “Il Cielo Interattivo”,disponibile nell’area “Serviti online” del sito internet di Nuovo Orione, www.orione.it).  

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