Nuovo Orione nr. 223
Dicembre 2010
In edicola dal 25 Novembre
-
Telescopio Ziel Gem-2766
Telescopio Ziel Gem-27
Walter Ferreri
-La Ziel ci ha inviato il suo Gem- 27, uno strumento di piccole dimensioni (rifrattore altazimutale acromatico 60/700 mm), che inizialmente sorprende per il basso peso dell’imballo (solo 4 kg). Questo tipo di strumento non è certo una novità, ma quello che fino agli Anni 70 del secolo scorso costituiva spesso il classico “primo telescopio” di chi iniziava a interessarsi di astronomia e che era stato fatto divenire popolare dai giapponesi grazie al prezzo contenuto. Come “prima scelta” venne poi superato dal Newton 114/900 mm, sempre di costruzione giapponese. Il Gem- 27 è invece di costruzione cinese.
-
Telescopio Celestron 80 LCM62
Telescopio Celestron 80 LCM
Walter Ferreri
-Forse sarà per il fatto che gli astrofili o gli aspiranti tali stanno divenendo sempre più pigri o - molto più semplicemente - per coinvolgere fasce di popolazione che conosce poco il cielo, che ultimamente si vedono affacciarsi sul mercato sempre più telescopi computerizzati. E non neghiamo che anche noi ci siamo lasciati sedurre dalla comodità della presenza di un computer, che evita l’esecuzione di talvolta noiosi starhopping con carte stellari o atlanti. Il Celestron 80 LCM - dove LCM sta per Lightweight Computerized Mount (“montatura leggera computerizzata”) - appartiene a questa schiera di telescopi; anzi - secondo il costruttore - la serie LCM “…introduce una generazione completamente nuova di tecnologia computerizzata. Di utilizzo facile e intuitivo …”. La serie completa consta di tre strumenti. Oltre al rifrattore da 80 mm (focale: 900 mm) che qui consideriamo, vi è un altro rifrattore, da 60 mm e un Newton da 114 mm.
-
A caccia di antimateria nello spazio con AMS58
A caccia di antimateria nello spazio con AMS
Antonio Lo Campo
A FINE FEBBRAIO, LA (FORSE) ULTIMA MISSIONE SHUTTLE PORTERÀ SULLA STAZIONE SPAZIALE INTERNAZIONALE UN GRANDE APPARATO SCIENTIFICO REALIZZATO IN ITALIA, PER INDAGARE I MISTERI PIÙ PROFONDI DELL’UNIVERSOLo spettacolo a Cape Canaveral verrà assicurato dal solito, frastornante e colorato lancio della navetta spaziale, in un’atmosfera già di forte nostalgia. Probabilmente, si tratterà infatti dell’ultima missione di uno Shuttle, quella che il prossimo 2 febbraio dovrà lasciare la leggendaria piattaforma spaziale della Florida. Così, si chiuderà il programma STS (Space Transportation System, “Sistema di Trasporto Spaziale”, il nome tecnico degli Shuttle). Anche se alcuni rumors accennano a una possibile, ulteriore missione, al momento in cui scriviamo la missione STS-134 è prevista come l’ultima. A bordo vi sarà un equipaggio di sei astronauti, tra i quali un italiano: Roberto Vittori, colonnello dell’Aeronautica Militare Italiana e astronauta italiano del Corpo dell’ESA. Vittori è alla sua terza missione, dopo le due precedenti esperienze sulla navicella russa Sojuz.
-
21 dicembre: l’eclisse del SOLSTIZIO#56
21 dicembre: l’eclisse del SOLSTIZIO
Walter Ferreri
NON È TOTALMENTE VISIBILE DALL’ITALIA, MA È L’UNICA ECLISSE DI LUNA DELLA QUALE SE NE POSSA VEDERE QUEST’ANNO ALMENO UNA PARTEIl 2010 non si può certo definire un anno prodigo di eclissi per l’Italia. Delle uniche due visibili dal nostro Paese, quella anulare di Sole del 15 gennaio ha interessato molto marginalmente le regioni del Centro e del Sud, e l’altra, oggetto di questo servizio, sarà seguibile solo nelle fasi iniziali, quando la Luna sarà prossima al tramonto. Molto più favorevole sarà il 2011, con una notevole eclisse parziale di Sole il 4 gennaio e una totale di Luna il 15 giugno. Ma vediamo, ora, quella totale di Luna di quest’anno, che si verifica quasi in coincidenza con il solstizio invernale (in realtà, questo avviene il giorno dopo, alle 00.38).
-
Le SETTE MERAVIGLIE dell’astronomia50
Le SETTE MERAVIGLIE dell’astronomia
Massimiliano Razzano
TELESCOPI GIGANTI E RIVELATORI INCREDIBILMENTE SOFISTICATI: IL MEGLIO DELLA TECNOLOGIA CONTEMPORANEA È AL SERVIZIO DEGLI ASTRONOMI DI TUTTO IL MONDO PER INDAGARE I MISTERI DEL CIELOLa Grande Piramide di Giza, il Faro di Alessandria e il Colosso di Rodi. Sono queste forse le più famose fra le meraviglie del mondo antico, imponenti costruzioni scelte dagli autori del passato come esempi di maestosità architettonica. Erano alcune delle cosiddette “Sette Meraviglie”, di cui parlò lo storico greco Erodoto, che comprendevano anche i giardini pensili di Babilonia, il Mausoleo di Alicarnasso, la statua di Zeus a Olimpia e il tempio di Artemide a Efeso. Nell’antichità esistevano forse altri elenchi simili a questo, che probabilmente servivano per indicare ai viaggiatori del tempo le mete più notevoli nell’area del Mediterraneo. Seguendo l’esempio degli Antichi, abbiamo provato a declinare le sette meraviglie in chiave astronomica. È infatti molto interessante scoprire questi strumenti “meravigliosi” che ci aiutano a indagare il cosmo.
-
2010 “L’anno del contatto”46
2010 “L’anno del contatto”
Giuseppe Palumbo
NELL’ANNO IN CORSO FU IMMAGINATO LO SVOLGIMENTO DELLA SECONDA “PUNTATA” DELLA ODISSEA SPAZIALE DI ARTHUR C. CLARKESedici anni dopo 2001: Odissea nello spazio, esce nelle sale cinematografiche il film 2010 - L’anno del contatto (2010), USA, 1984, di Peter Hyams, con Roy Scheider, Keir Dullea, John Lithgow, Helen Mirren, Bob Balaban. La pellicola è il seguito di 2001: Odissea nello spazio (vedi l’articolo dedicato a questo film nel numero 108 di Nuovo Orione di maggio 2001) ed è tratta dal romanzo 2010 - Odissea Due scritto dall’astrofisico Arthur Charles Clarke. Il film, che ottiene cinque nomination agli Oscar (migliore scenografia, migliori costumi, miglior trucco, migliori effetti speciali, miglior sonoro), inizia dove finisce quello precedente e intende fornire, come il romanzo da cui è tratto, le risposte alle domande aperte dal film di Kubrick e dal primo romanzo (anch’esso di A.C. Clarke).
-
KILIMANGIARO Arrampicandosi verso le stelle40
KILIMANGIARO Arrampicandosi verso le stelle
Shawn Quinn
UNA DELLE OCCASIONI MIGLIORI PER FARE ASTROFOTOGRAFIA L’HO INCONTRATA DURANTE I DIECI GIORNI DI SALITA SULLA PIÙ ALTA MONTAGNA DELL’AFRICANel giugno del 2009, insieme al compagno di arrampicata John Guidi, ho scalato la sommità del Kilimangiaro, in Tanzania. Con la sua altezza di 5895 metri slm, questo vulcano dormiente è la cima più alta dell’Africa e una delle montagne isolate più alte della Terra. Per me, questa scalata ha costituito una rara opportunità di unire in un’unica avventura i miei interessi in astronomia, scalate in montagna e geologia. La posizione del Kilimangiaro nei cieli scuri dell’Africa orientale e la sua elevata altitudine mi offrivano la possibilità di ottenere eccellenti visioni del cielo australe e per me la possibilità di vedere costellazioni non visibili dalla mia abitazione in Florida.