Stai visitando la sezione Archivio di BFCSpace.com, precedentemente nota come Astronomianews.it

Astronews a cura di Massimiliano Razzano

Fino al 13/11/2017 a cura di Piero Bianucci, fino al 20/01/2018 a cura di Luigi Bignami

  • 25/10/2019 - LE NEWS DI COSMO SU BFCSPACE.COM !
  • 24/10/2019 - BATTEZZA UN ESOPIANETA!
  • 24/10/2019 - Stronzio di nuova formazione rilevato nello spazio

    Stronzio di nuova formazione rilevato nello spazio

    Stronzio di nuova formazione rilevato nello spazio

    Era il 17 agosto 2017 e per 100 secondi la Terra subì la microscopica deformazione di un’onda gravitazionale, prontamente rilevata dai rilevatori Virgo e LIGO. Quell’onda gravitazionale, la quinta mai registrata, è oggi nota come GW170817 e per gli esperti era l’impronta inequivocabile della fusione tra due stelle di neutroni, cui seguì la potente esplosione di una kilonova, annunciata da un potente lampo gamma, meno di due secondi dopo. Fu possibile delimitare l’area di provenienza di quel segnale con molta precisione, tanto che tutti gli strumenti disponibili vi furono puntati al più presto, scovando, quasi 11 ore dopo, un transiente nella galassia NGC 4993, distante 130 milioni anni-luce: era nata l’astronomia multi messaggero.

     

    Tra i vari strumenti puntati sulla kilonova, figuravano anche quelli dell’ESO in Cile. In particolare, lo spettrografo X-shooter sul Very Large Telescope (VLT) ne analizzava la luce rilevando la sicura firma di vari elementi pesanti tra cui, per la prima volta, quello dello stronzio. E gli astronomi attendevano da qualche tempo un tale evento perché permetteva di verificare in diretta le teorie riguardanti la formazione degli elementi più pesanti poiché non tutti potevano formarsi nel nucleo delle stelle di grande massa o nel corso delle esplosioni di supernova. Il rilevamento conferma che gli elementi più pesanti nell'Universo si formano proprio con le kilonove, fornendo perciò la tessera mancante nel quadro. La firma di tali elementi pesanti andava cercata tra le righe spettrali e questo è ciò che hanno fatto un team di ricercatori europei, monitorando il transiente in una vasta gamma di lunghezze d’onda.

    X-shooter in particolare ha preso una serie di spettri dall'ultravioletto al vicino infrarosso. L'analisi iniziale di tali spettri suggeriva la presenza di elementi pesanti, ma in prima battuta gli astronomi non furono in grado di discriminare i vari elementi se non dopo una revisione dei dati acquisiti nel 2017.

    Durante l’esplosione della kilonova si crearono infatti quelle condizioni estreme necessarie per la creazione degli elementi pesanti attraverso il processo di cattura rapida dei neutroni, mediante il quale un nucleo atomico cattura neutroni abbastanza velocemente da consentire la formazione di elementi molto pesanti, grazie alle alte temperature e al gran numero di elettroni liberi presenti in quell’ambiente ambiente.

     Credito immagine: ESO/L. Calçada/M. Kornmesser

    Giuseppe Donatiello

     

     

     

  • 08/10/2019 - I NOBEL ASTRONOMICI DEL 2019
  • 07/10/2019 - Dai un nome ai nuovi satelliti di Saturno!
  • 07/10/2019 - IL PIANETA 9 È UN BUCO NERO?
  • 24/09/2019 - La Stella di Boyajian forse non è sola!
  • 17/09/2019 - L’ESTINZIONE DEI DINOSAURI: FU ANCHE UN PROBLEMA DI ZOLFO
  • 21/08/2019 - NUOVO RITRATTO DI GIOVE ESEGUITO DA HUBBLE
  • 17/08/2019 - L’ORIGINE PRIMORDIALE DEI BUCHI NERI SUPERMASSICCI
Ricerca
  • Le Stelle
    195
  • Nuovo Orione
    329
  • Libri