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  • 17/08/2019 - L’INGORDIGIA DI ETA CARINAE

    L’INGORDIGIA DI ETA CARINAE

    L’INGORDIGIA DI ETA CARINAE

    Per oltre un secolo e mezzo, Eta Carinae è stata una delle stelle più luminose e più enigmatiche della Via Lattea australe. In realtà, si tratta di un sistema binario, cioè di due astri legati gravitazionalmente, con una massa complessiva di almeno 100 volte quella del Sole e una luminosità milioni di volte superiore.

    Con questi numeri, Eta Carinae non poteva certo avere una vita tranquilla. Parte della sua natura si è rivelata nel 1838, quando si è prodotta in una gigantesca esplosione, che ha espulso la nebulosa di gas a forma di pupazzo di neve che la contraddistingue, chiamata “Nebulosa Omuncolo”.

    Il telescopio spaziale Hubble ha ripreso Eta Carinae con le diverse fotocamere di cui è stato progressivamente dotato nel corso della sua quasi trentennale carriera. L’ultima immagine, ripresa con la Wide Field Camera 3, è quella a più alta risoluzione ottenuta da Hubble, e offre una visione speciale dei gas in rapidissima espansione della nebulosa, che sfavillano come fuochi d’artificio rossi, bianchi e blu (Figura). La caratteristica saliente dell’immagine corrisponde al colore blu, scelto convenzionalmente per rappresentare le osservazioni effettuate da Hubble in ultravioletto, invisibile all’occhio umano.

    L’emissione UV proviene da nubi di magnesio , che gli scienziati hanno individuato all’interno di cavità della nebulosa che dovevano teoricamente essere vuote. Si tratta di gas fortemente accelerato che sembra essersi liberato dalla stella prima dell’esplosione vera e propria: un ulteriore mistero sui processi fisici in atto nella regione, da risolvere con future osservazioni.

    Un’altra caratteristica notevole dell’immagine è rappresentata dalle striature visibili nella regione bluastra al di fuori dalla bolla inferiore sinistra. Queste striature appaiono come raggi di luce che filtrano tra le nuvole, ma il meccanismo che le produce è ben diverso.

    Le cause della “grande eruzione” di Eta Carinae rimangono oggetto di speculazione. Una recente teoria suggerisce che Eta Carinae abbia iniziato la sua carriera come sistema triplo, e l’espulsione di massa di 170 anni fa sia stata attivata quando la stella primaria – una supergigante blu –  ha violentemente inglobato una delle sue compagne, espellendo nello spazio una quantità di materia equivalente a 10 masse solari.

    Mentre cresce l’incertezza sulle circostanze esatte in cui si è prodotto lo spettacolo pirotecnico, aumenta invece la consapevolezza di quale sarà l’ultimo show in cui Eta Carinae si esibirà: una supernova, che potrebbe anche essere già andata in scena, ma che sulla Terra vedremo in differita di almeno 7500 anni, giusto il tempo che la luce impiega per percorrere la distanza che ci separa da questa bellezza cosmica (Fonte: Media-INAF).

    Piero Stroppa

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