Instruments News a cura di Giuseppe Donatiello
Prima del 30/03/2016 a cura di Giancarlo Calzetta
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27/08/2016 - iOptron SkyTracker Pro
iOptron SkyTracker Pro
IOprtron ha presentato l’evoluzione del già apprezzato SkyTracker. La versione Pro ha dimensioni ancora più contenute e può essere tenuta sul palmo di una mano, ma ciò nonostante è un condensato di funzioni utili per chi ami la fotografia a largo campo usufruendo di un sistema agile e funzionale allo scopo.
SkyTracker Pro è, a tutti gli effetti, una montatura equatoriale componibile e configurabile a piacimento dall’utente in base alle necessità operative, implementando in questa versione diverse caratteristiche molto interessanti.
La prima è la fonte di alimentazione interna ricaricabile, capace di garantire al dispositivo un’autonomia non inferiore a 24h ininterrotte di funzionamento. Il cannocchiale polare è stato ulteriormente perfezionato permettendo di conseguire una maggiore precisione nello stazionamento grazie ai nuovi reticoli incisi, illuminabili a ben 8 livelli d’intensità per adattarsi a ogni situazione ambientale. Lo stazionamento è asservito da un’applicazione per smartphone che ne semplifica l’operazione.
Sul fronte puramente meccanico, alla base del vero interesse verso tali dispositivi di astroinseguimento, oltre all’ovvia possibilità di selezionare l’emisfero, ci sono ben quattro differenti velocità di utilizzo: siderale (1X), 1/2X per cielo e paesaggio, lunare e solare. Veramente notevole per un semplice inseguitore! Sono inoltre previsti controlli veloci per perfezionare l’inquadratura in maniera accurata.
Lo SkyTracker Pro prevede tutta una serie di accessori opzionali con i quali configurare il setup, tanto da poter essere trasformato in una completa piccola montatura equatoriale mediante specifici kit che includono aste con contrappesi, treppiedi, staffe e snodi vari. Degno di nota è il supporto regolabile in latitudine e azimut con regolazione fine, sul quale si collega l’inseguitore mediante una staffa a coda di rondine, con quest’ultima posizionabile anche su un qualunque treppiede fotografico in configurazione alt-azimutale, essendo dotata di filettatura standard. Il prezzo annunciato è di 399,00 USD, salvo eventuale promozione di lancio.
http://www.ioptron.com/
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24/07/2016 - Somyang Optics serie Xeen 135 T2.2
Somyang Optics serie Xeen 135 T2.2
La stagione estiva è notoriamente scarna di novità e di solito si rimanda alle abituali manifestazioni di foto-ottica autunnali per le presentazioni di nuovi prodotti. Trasgredendo a tale regola non ferrea, Samyang Optics ha sorpreso gli addetti ai lavori annunciando in pieno luglio il nuovo obiettivo da 135 mm contemplato nella serie Xeen, comprendente già altre cinque ottiche dal medesimo design e tecnologia: un 14 mm/3.1, 24 mm/1.5, 35 mm/1.5, 50 mm/1.5 e 85 mm/1.5. Ognuno di questi obiettivi è stato espressamente progettato per abbinarsi al meglio alle recenti fotocamere full-frame con sensori 24x36 mm, ma ovviamente opera altrettanto bene altresì con i formati Super 35, APS-C e APS-H. La gamma di obiettivi Xeen porta la qualifica di Cinema Lens perché mira a soddisfare le specifiche dell'ormai affermato standard 4K nelle applicazioni video.
Il nuovo Xeen 135, così come gli altri della serie, ha un corpo in alluminio ed è fruibile in cinque differenti attacchi per essere impiegato con i più diffusi corpi macchina e con due diverse scale di messa a fuoco a scelta, cioè in metri e piedi.
Nello specifico a questo 135 mm spetta, al momento, il titolo di ottica con maggiore lunghezza focale della serie, mentre la ragguardevole luminosità, pari a f/2.2, lo rende particolarmente interessante agli astrofili più esigenti appassionati di riprese a largo campo, pari a 18.7° nel formato full-frame e circa 10° nell’APS. Il basso rapporto di apertura indica anche un buon diametro della lente frontale, pari a 61 mm, e una larga apertura si traduce in una maggiore profondità nella registrazione di stelle deboli. Il diaframma circolare a 11 lamelle inoltre previene indesiderati spikes, con dischi stellari perfettamente tondi per la gioia dei puristi.
Tutti gli obiettivi della serie Xeen si presentano con dimensioni imponenti rispetto alla media a parità di focale, con un diametro frontale pari a 114 mm, una lunghezza variabile tra circa 8 e 15 cm e dettagli costruttivi sempre ai massimi livelli. Il peso dipende dal tipo di attacco impiegato e varia tra 1170 g per il 14 ai circa 1400 g del 135 mm.
Il nuovo Xeen 135 sarà in vendita da agosto al prezzo consigliato di 2200 euro.
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22/07/2016 - Dispositivo di calibrazione monitor GlobellColor
Dispositivo di calibrazione monitor GlobellColor
L'attività d’imaging non finisce con l'acquisizione, anzi una parte sostanziale consta nel trattamento dei dati raccolti con determinati programmi di elaborazione al computer. In tale fase la corretta calibrazione degli strumenti con cui si opera è requisito basilare. Infatti, spesso le immagini non sono all'altezza delle attese e una certa responsabilità è da ascrivere all’impropria calibrazione del monitor da cui trae origine il settaggio parametri sia in fase di acquisizione sia nella susseguente elaborazione. L'adozione di un pattern calibrazione in scala di grigi concede soltanto una regolazione valida in prima approssimazione e accettabile nella visualizzazione di soggetti non critici. L'imaging astronomico però non concede ampi margini di errore e anche minime imprecisioni possono pregiudicare gli esiti. Quante volte sarà capitato di aver rilevato sostanziali difformità tra quanto visualizzato sul proprio monitor di lavoro con quanto visibile in altri dispositivi? Formalmente, la prassi considera anche la calibrazione del software di editing (si accede dalle impostazioni e preferenze nella gran parte dei casi), così come il monitor andrebbe calibrato con un campione livelli di grigio standard e, non da meno, si deve anche vagliare accuratamente il profilo colore dalle impostazioni della scheda video. Pur compiendo tutti questi passaggi con cura, tuttavia la calibrazione monitor rimane un’operazione critica, tanto da essere sufficienti minime deviazioni rispetto ai valori standard per falsare il risultato, benché in forma minima. Le discrepanze sono altresì ben riscontrabili quando si passi soprattutto dal digitale alla stampa.
Per agevolare tale delicatissima fase, la tedesca Globell ha annunciato un nuovo e interessante dispositivo rivolto a chi lavori con le immagini e più in generale a chiunque operi nella fotografia, nel nostro caso quella astronomica.
Globell è un distributore di software e in collaborazione con la notissima Meyer-Optik Gorlitz, ha annunciato via Kickstarter questo nuovo dispositivo di calibrazione dello schermo, denominato GlobellColor, sostenendo sia in grado di calibrare un po’ tutti i monitor passando per tre fasi eseguibili in meno di cinque minuti.
Il dispositivo, concepito e costruito in Germania, è composto di una sezione software e un hardware (ColorMeter) che impiega una lente sviluppata con Meyer-Optik con funzione di colorimetro. GlobellColor offre un'alternativa alla calibrazione conseguita con sistemi tecnicamente complessi e molto più costosi oppure, al contrario, a buon mercato ma poco affidabili. Il dispositivo di Globell ambisce quindi a collocarsi in una posizione intermedia in termini di costo, tuttavia a elevato standard con uno strumento preciso e facile da usare sviluppato per sistemi Windows e Mac.
La società prevede un prezzo al dettaglio intorno a 250 USD, ma ai sostenitori del progetto il pacchetto è offerto a partire da 99, con consegne previste a novembre 2016: una consigliabile opportunità per gli astrofili particolarmente impegnati nell’elaborazione immagine, ma anche per coloro che alle fotografie e alla grafica demandano una parte rilevante del proprio lavoro.
Per ulteriori informazioni si potrà consultare la pagina del progetto:
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16/07/2016 - Gemini Telescope Design SnapCap
Gemini Telescope Design SnapCap
Gemini Telescope Design è un’azienda con sede a Cisterna di Latina, nota nell’ambiente astrofilo per le soluzioni innovative dei propri prodotti, alcuni dei quali un vero unicum nel novero della strumentazione.
L’ultimo arrivato è il Gemini SnapCap, un tappo meccanizzato per ottiche installate in strutture remote. Sappiamo bene che preservare l’ottica dalla deposizione di polvere e sporcizia sia un’esigenza particolarmente sentita per garantire una prolungata efficienza delle stesse, ma se riporre i tappi alle ottiche è più che normale dopo una sessione osservativa, non lo è altrettanto quando esse sono in ubicazioni scomode o stanziate a chilometri di distanza in installazioni remote. Il dispositivo di GTD risolve brillantemente il problema. Nonostante l’alta classe di automazione, lo SnapCap si monta sullo strumento in pochi minuti senza ricorrere ad alcuna vite perché adopera una fascia esterna ben serrabile che mantiene l’automatismo nella giusta posizione, consentendo il ribaltamento della chiusura singola o doppia. La peculiarità del dispositivo non si limita alla sola funzione di tappo antipolvere, perché all’occorrenza è in grado di accogliere, sulla superficie rivolta verso l’ottica, un foglio elettroluminescente TecnoSky per l’acquisizione del file flat field per diametri sino a 40 cm. Per aperture superiori ai 40 cm si può scegliere la soluzione a due petali semicircolari, anche con differenti angoli di apertura, ma con tale configurazione non sarà possibile applicare il generatore di flat field.
Il gran pregio dello SnapCap consiste nella quasi disarmante semplicità di montaggio, la modularità delle parti e l’affidabilità dell’intero sistema che il costruttore garantisce per 5 anni, disponibile nelle versioni con movimentazione a 90 o 270°, attivabili con interruttore o telecomando (USB o LAN relay). Il coperchio mobile è ottenuto da una lastra in fibra di carbonio, mentre le restanti parti sono in alluminio, rame e acciaio per un peso complessivo variabile tra 300 e 1800 grammi, in base al diametro e alla presenza o meno del foglio per il flat opzionale. Il prezzo è invece compreso tra 250 e 750 euro in base alla soluzione.
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13/07/2016 - Camere Altair Astro GPCAM2
Camere Altair Astro GPCAM2
Artesky annuncia la disponibilità nel proprio catalogo delle camere Altair Astro GPCam2. Le nuove camere rappresentano lo sviluppo e perfezionamento delle già apprezzate GPCam1, montando al contempo sensori più recenti con prestazioni migliori. GPCam2 è, infatti, proposta in due differenti versioni: IMX224 e ORO130, rispettivamente a colori e monocromatica.
La prima imbarca il sensore CMOS Sony Exmor IMX 224 (1280x960 pixel), estesamente impiegato nelle ultime camere planetarie a colori anche di altri marchi, contraddistinto da buona sensibilità e basso rumore. Questo sensore è ormai riconosciuto di grande affidabilità per un po’ tutti gli oggetti nel planetario (25-32 fps alla massima risoluzione) ma anche con interessanti risultati nel deep-sky, pur in assenza di un sistema di raffreddamento. L’estesa risposta spettrale pure nel vicino infrarosso (NIR) rende CPCam2 IMX224 la scelta perfetta per l’imaging solare a banda stretta, specialmente in H-alfa, in abbinamento con filtri specifici allo scopo. Ovviamente si presta anche all’uso con filtri a larga banda per selezionare certe regioni dello spettro, nonché per riprese a larghissimo campo mediante l’obiettivo opzionale. La connessione e alimentazione avvengono con un solo cavo USB 2.0 in grado di garantire velocità di trasferimento flussi dati/video anche con PC non recentissimi. Entrambe le camere sono fornite di porta autoguida mediante protocollo ST4, quindi estesamente utilizzabili allo scopo con le più diffuse montature che prevedono tale funzione.
Il modello monocromatico monta invece l’altrettanto valevole CMOS Aptina ORO130 (1280x960 pixel) con una QE massima pari al 78% e risposta particolarmente buona nella regione Rosso /Vicino Infrarosso dello spettro. Anche per il modello monocromatico valgono le stesse considerazioni in merito all’uso nella ripresa solare, rappresentando forse la scelta più valida quando s’impieghino i filtri a banda stretta, tipo i recenti Daystar Quark.
Entrambe le camere propongono un barilotto da 31.8 mm ricavato direttamente dallo scafo in una gradevole livrea porpora. Veramente semplice sia la configurazione sia l’uso, grazie al software di gestione AltairCapture per Windows incluso - ma le camere dialogano bene con un po’ tutti i programmi di acquisizione - insieme ai driver e i cavi di collegamento. Il prezzo in offerta di 219 euro per entrambe, le rende molto convenienti e concorrenziali nei confronti di camere con le medesime caratteristiche proposte da altri marchi.
https://www.telescopi-artesky.it/
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07/07/2016 - Fujifilm X-T2 mirrorless
Fujifilm X-T2 mirrorless
Era stata già annunciata da qualche tempo e, dopo alcune settimane di continui rumors circa le proprietà tecniche e il prezzo, Fujifilm ha rotto gli indugi rendendo pubblico tutto circa la nuova X-T2.
La nuova fotocamera è una mirrorless dal piacevole aspetto vintage e, al pari della precedente X-T1, propone l'intera gamma d’impostazioni attivabili per mezzo di commutatori somiglianti a quelli tipici delle vecchie fotocamere chimiche. Tale accorgimento non è esattamente un'operazione nostalgica, bensì una scelta mirata per rendere l'apparecchio pratico e veloce da gestire, senza obbligare l'utente al transito attraverso farraginosi menu e sottomenu.
Nel dettaglio la nuova mirrorless impiega il medesimo CMOS da 24.3 MP in formato APS-C X-trans già proposto nel modello X-Pro2, tuttavia le principali novità constano soprattutto nel sistema autofocus e nelle proprietà video. Rispetto al modello X-T1, infatti, con la X-T2 debutta il nuovo sistema AF ibrido che contempla ben 325 punti, di cui 91 nella sola zona di messa a fuoco rispetto ai precedenti 49. Al nuovo sistema si affiancano alcune migliorie nelle prestazioni generali, derivate perfezionando gli algoritmi di gestione, che Fuji dichiara essere in grado di garantire una precisa messa a fuoco in ogni situazione di scatto, anche in condizioni a bassi livelli luminosi, potendo operare efficacemente pure a -3EV. Nella nuova fotocamera è stata inoltre perfezionata la funzione AF-C per tracciare e focalizzare i soggetti in movimento. Per applicazione video, la X-T2 introduce il 4K nella serie X con possibilità di registrazione continua sino a 30 minuti, in luogo dei 10 nella X-T1 e in abbinamento con l'opzionale Vertical Grip Power Booster. L’accessorio, parte integrante del sistema, permette di incrementare l’energia disponibile potenziando al contempo l’autonomia e le prestazioni dell’apparecchio.
Sono degne di nota anche le capacità di scatto dell'otturatore meccanico, potendo contare in un notevole 1/8000 di secondo e, addirittura, 1/32000 disponibile però in formato elettronico selezionabile, entrambi utilizzabili alla sensibilità massima di ISO 51200.
La fotocamera dispone di connettività Wi-Fi, due slot UHS-II SD, schermo da 3' LCD ribaltabile e mirino da 2.36 MD a 60 fps.
La Fujifilm X-T2 sarà in vendita da settembre al costo di 1600 USD solo corpo o a 1900 con zoom XF 18-55. Il Vertical Grip Power Booster avrà un prezzo di 330 USD.
Per maggiori dettagli: http://www.fujifilmusa.com/index.html
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06/07/2016 - PrimaLuceLab Raddrizzatore d'immagine DX45 PRO OnAxisLock 31.8 mm
PrimaLuceLab Raddrizzatore d'immagine DX45 PRO OnAxisLock 31.8 mm
PrimaLucelab propone un nuovo raddrizzatore d’immagine denominato DX45 Pro. Con tale aggiuntivo qualunque strumento a rifrazione o catadiottrico, con soddisfacente estrazione di messa a fuoco, può essere adoperato per compiere godibili osservazioni paesaggistiche e naturalistiche, rendendo immagini correttamente raddrizzate e non invertite e capovolte o solo drizzate alto/basso come nell’uso di un diagonale a 90°. In verità un raddrizzatore d’immagine torna vantaggioso altresì sul cielo notturno perché l’immagine esattamente orientata ne rende istintiva l’osservazione (si pensi al binocolo), specie a largo campo e soprattutto quando si utilizzi uno strumento su montatura altazimutale.
Questo nuovo raddrizzatore accoglie oculari con barilotto da 31.8 mm e, diversamente dagli analoghi accessori nel catalogo di PrimaLuceLab, presenta il sistema di tenuta denominato OnAxisLock. Il barilotto è invece da 50.8 mm e s’inserisce in qualunque focheggiatore di pari diametro. L’allacciatura OnAxisLock garantisce una forte tenuta e al contempo tiene perfettamente in asse l’oculare impiegato. Il compito di raddrizzare l’immagine è invece affidato a un prisma 45° in vetro ottico di provata qualità con superfici lavorate accuratamente.
Le caratteristiche e gradevoli finiture ovviamente si coniugano splendidamente con le medesime proposte nella linea di rifrattori apocromatici marchiati PrimaLuceLab, di cui esalta le prestazioni nella contemplazione diurna, ma certamente il DX45 Pro può essere la soluzione per chi desideri un raddrizzatore di lusso da abbinare a un’ottica di pregio. Il prezzo di listino è di 299 euro.
http://www.primalucelab.com/astronomia/
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01/07/2016 - TecnoSky rifrattore Quadrupletto APO AG70 f/5
TecnoSky rifrattore Quadrupletto APO AG70 f/5
I recenti e sempre più convenienti sensori CCD e CMOS di grandi dimensioni, per un proficuo sfruttamento, richiedono l’associazione con ottiche ben corrette circa le principali aberrazioni e logicamente un campo di piena luce largo e spianato a sufficienza. Si può sopperire adottando specifici correttori/spianatori, però i migliori risultati si conseguono sempre o con elementi ottici specificamente progettati per una determinata ottica, oppure con strumenti nel cui disegno ottico è prevista l’adozione di speciali elementi con cui conseguire il miglior risultato.
Il recente rifrattore apocromatico quadrupletto di TecnoSky AG70 soddisfa egregiamente le richieste di chi desideri un’ottica capace di rendere immagini stellari perfettamente puntiformi in un campo correttamente piano superiore ai 45 mm di diametro, di conseguenza adeguato per non dare origine a problemi quando adoperato con le attuali fotocamere o camere astronomiche full-frame.
Lo strumento con diametro di 70 mm e focale risultante di 350 (f/5) infatti, impiega un provato schema ottico Petzval con vetri al lantanio le cui superfici sono trattate BFMC, nonché un equo numero di diaframmi interni per sopprimere i riverberi e restituire un eccellente contrasto. Sebbene le dimensioni siano contenute, la qualità costruttiva non lascia a desiderare, infatti, le finiture sono di ottima qualità e, tra le altre, monta il nuovo focheggiatore RP in lega di magnesio da 2.5” con rotatore di campo disallineabile, munito di filettatura standard M48 x 0.75 mm e in grado di reggere carichi sino a tre 3 Kg.
Ovviamente, l’apo AG70 può essere proficuamente utilizzato anche come strumento rich field in osservazioni visuali e, per questa ragione, nella dotazione figura pure un diagonale da 1.25”. Completano il corredo di serie gli anelli e la barra standard Vixen. Il peso complessivo di 2.1 Kg rende il rifrattore AG70 uno strumento facilmente configurabile e comodissimo da trasportare. L’apo AG70 f/5 è in vendita al prezzo di 1199 euro.
http://shop.tecnosky.it/
Attenzione: questo strumento viene offerto da TecnoSky con un abbonamento biennale OMAGGIO alle riviste Nuovo Orione o le Stelle (a scelta dell'acquirente), ovvero 24 numeri della rivista, compresi gli eventali inserti e l'abbonamento digitale. Approfittatene subito!
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29/06/2016 - ArteSKy: nuovo punto vendita a Giussano (MB)
ArteSKy: nuovo punto vendita a Giussano (MB)
Domenica 10 luglio, ArteSky apre al pubblico un nuovo punto vendita a Giussano (MB), in Via IV Novembre 103.
Il nuovo negozio, provvisto di ampio parcheggio adiacente, è pronto per ricevere gli appassionati lombardi, e non solo, proprio nel cuore della Brianza, ad appena dieci minuti da Milano. Qui, negli oltre 100 mq di esposizione, gli astrofili troveranno l’intera varietà di telescopi e accessori quali: TecnoSky, Moravian, GSO, QHYCCD, Sky-Watcher, Celestron, Vixen, Baader Planetarium, Avalon, Vortex e molti altri, marchi che hanno reso in questi anni ArteSky un effettivo punto di riferimento.
Anche nella sede ArteSky di Giussano, oltre alle recentissime novità in catalogo dei marchi di cui è concessionario, gli entusiasti del cielo avranno a disposizione l’usuale esperienza, servizi di qualità e competente assistenza tecnica, tra cui la disponibilità di un banco ottico con cui esaminare ogni tipo di ottica.
Ricordiamo che l’azienda nasce come naturale sviluppo della grande passione per l’astronomia di Stefano Seveso, di conseguenza gli astrofili meno competenti troveranno in ArteSky non un semplice rivenditore, ma un valido supporto per essere seguiti al meglio nell’acquisto consapevole della strumentazione più appropriata alle specifiche esigenze. Nello stesso modo sarà possibile acquistare anche vari articoli per l’osservazione naturalistica ed escursionismo, come microscopi, binocoli e cannocchiali.
Rammentiamo che ArteSky è anche Centro Assistenza Astrofili Nuovo Orione, quindi anche i principianti avranno un valido riferimento per scoprire e perfezionarsi nel mondo dell’astronomia amatoriale, potendo anche acquistare nella ricca biblioteca e ovviamente trovare lo strumento entry level più idoneo per cominciare.
L’inaugurazione è prevista per le ore 10 e proseguirà sino alle 18. L’invito a partecipare alla cerimonia è rivolto a tutti gli appassionati lombardi e regioni limitrofe. Per informazioni telefoniche si potrà chiamare allo 0321455338 (negozio di Novara), mentre il nuovo punto vendita di Giussano sarà raggiungibile allo 0362310657 dal giorno dell’apertura.
https://www.telescopi-artesky.it/
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25/06/2016 - Sigma mirrorless sdQuattro
Sigma mirrorless sdQuattro
Per ragioni poco comprensibili – il fenomeno è comunque tipicamente italico – in astrofotografia si usano sostanzialmente poche fotocamere riconducibili a tre costruttori, in ordine di popolarità: Canon, Nikon e Sony. Tuttavia il mercato dei corpi macchina è molto più vario e nulla conferma che i marchi citati siano davvero migliori di altri, perlomeno nell’uso astronomico. Anzi, alcune fotocamere meno popolari sono indubbiamente più interessanti per le soluzioni tecniche adoperate o per il tipo di sensore imbarcato, tali da renderle valide per l’utilizzo sul cielo. Presumibilmente questa prerogativa nostrana deriva dall’usanza di emulare la strumentazione altrui senza alcuna valutazione critica e poca propensione a percorrere vie alternative, cosa abituale nell’ambiente astrofilo estero. Eppure di fotocamere meno popolari che hanno mostrato di funzionare bene in astrofotografia ce ne sono diverse, spesso con prezzi molto convenienti.
Un esempio è la sdQuattro che andiamo a presentare, la nuova mirrorless proposta da Sigma USA. Per i più, la produzione di Sigma è circoscritta agli apprezzati obiettivi fotografici, ma questo marchio da qualche tempo produce anche valide fotocamere digitali. Dopo l’annuncio occorso in febbraio, di questa fotocamera siamo ora in grado di fornire qualche ulteriore dettaglio e il prezzo con il quale sarà offerta al pubblico da luglio.
Della sdQuattro colpisce subito l’insolito design molto lineare e poco sinuoso rispetto alla media, ma non per questo meno funzionale e capace d’infondere una sensazione di robustezza grazie allo scafo in magnesio a prova di polvere e umidità. sdQuattro non mancherà di destare l’interesse del mondo astrofilo perché essa è la prima di due modelli che imbarcano rispettivamente due generosi sensori Foveon nei formati APS-C e APS-H, da 29 e 45 MP nel modello sdQuattro H. Ovviamente, questi due corpi macchina sono dotati dell’attacco Sigma SA che ne permette l’uso con la ricca linea di obiettivi dello stesso marchio. sdQuattro e sdQuattro H condividono in toto lo scafo e l’elettronica di gestione con l’unica basilare differenza nelle dimensioni del sensore che Sigma dice essere “equivalente” rispettivamente a un 39 e 51 MP in fotocamere tradizionali. Perché equivalente e cosa ha di particolare il sensore Foveon per motivare tale affermazione?
Il Foveon è un sensore notevolmente differente rispetto ai classici CMOS con filtro a mosaico di Bayer in un unico strato orizzontale anteposto, infatti, è definito come sensore a immagine diretta in cui la foto a colori si produce mediante separazione verticale dei tre canali RGB. Per molti versi richiama lo stesso principio a lungo utilizzato nella fotografia chimica, mediante la deposizione di tre strati sensibili rispettivamente al rosso, verde e blu. Per tale ragione è considerato il sensore in grado di restituire un’immagine a colori “veri” rispetto ad altre tipologie di sensori attualmente in uso. Esso frutta le caratteristiche di assorbimento luce proprie del silicio, ed è formato da tre strati separati di fotodiodi corrispondenti ai colori RGB ed è l'unico sensore a utilizzare a oggi questa tecnologia, nonché l’unico al mondo a immagine diretta. In sostanza, ogni singolo Foveon è costituito da tre sensori. Questa tecnologia permette di assegnare a ogni singolo elemento dell’immagine precisi valori RGB e di luminanza, quindi per questa ragione un sensore da 29 MP è assimilabile a un analogo 39 MP con matrice di Bayer. L’assenza dei filtri colore permette di preservare l’informazione e non serve alcuna applicazione del filtro passa-basso per correggere gli effetti d’interferenza causati dalla particolare disposizione dei filtri nella matrice.
Nello specifico, la sdQuattro monta il sensore Foveon X3 Quattro con prestazioni ulteriormente migliorate con un incremento stimato del 30% in termini di risoluzione e riduzione del rumore rispetto alla precedente versione, con rapporto 1:1:4 (da qui la denominazione) tra il numero di pixel sensibili al rosso, verde e blu. Lo strato superiore è quello preposto alla raccolta dell’informazione relativa alla luminanza e crominanza, mentre i restanti due strati raccolgono solo informazione colore. Vien da sé – gli astrofotografi di lunga militanza l’avranno già intuito – che questo tipo di sensore è particolarmente desiderabile nell’uso astronomico ed è quanto di più simile alla risposta cromatica delle vecchie pellicole attualmente disponibile, senza le problematiche derivanti dall’uso di filtri IR-cut che riducono drasticamente la risposta nella riga del rosso dell’idrogeno.
Le due fotocamere utilizzano il nuovo processore TRUE III (Three-layer Responsive Ultimate Engine) progettato specificatamente per i sensori a immagine diretta della serie Foveon X3 Quattro con elaborazione dell’immagine a 14bit.
SdQuattro e sdQuattro H, per il particolare tipo di sensore impiegato, non dispongono degli elevati valori di sensibilità ormai consueti nelle ultime fotocamere, malgrado ciò è possibile impostare il valore massimo a un non disprezzabile 6400 ISO in formato RAW. Altrettanto la capacità di scatto continuo non è esuberante (3.6 e 3.8 fps rispettivamente) così come il sistema di autofocus a 9 punti, configurabile in varie opzioni di rilevamento.
Certamente più interessanti sono il mirino elettronico da 2.3 MP, con vista che copre quasi il 100% del campo inquadrato dal sensore, e lo schermo LCD da 3” da 1.62 milioni di punti, con partizione che ne mostra costantemente i parametri impostati in tempo reale. Altrettanto degna di nota la particolare funzione che permette di riprendere in sequenza 7 scatti a differente esposizione per poi essere automaticamente fusi in una sola immagine ad ampia gamma dinamica (in sostanza un HDR), molto utile nella ripresa di panorami nonché adottabile per esempio in riprese lunari e solari.
Non resta che testare queste nuove fotocamere sul cielo per appurarne la validità in base alle promettenti caratteristiche. Intanto c’è una prima gradevole sorpresa perché il prezzo comunicato per il modello sdQuattro è di appena 799 USD (solo corpo) pari a circa 1/3 rispetto alla media per sensori di dimensioni similari. Al momento non è ancora noto quando e a quanto sarà invece in vendita il modello sdQuattro H. Nel frattempo, la sdQuattro è disponibile anche con obiettivo dedicato Sigma Art HSM 30mm f/1.4 (con elementi SD e asferici) per circa 1000 euro.
http://www.sigma-global.com/en/