Sky News a cura di Tiziano Magni
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18/08/2019 - UN NUOVO IMPATTO SU GIOVE?
UN NUOVO IMPATTO SU GIOVE?
L’astrofilo texano Ethan Chappel, lo scorso 6 agosto ha catturato immagini di Giove con il suo telescopio di 20 cm. Dopo aver esaminato i dati video, attraverso un programma progettato per allertare su possibili eventi transienti, Chappel ha notato un lampo di luce nei pressi della Fascia Equatoriale Sud (SEB) del pianeta alle ore 4:07 UTC. La sorgente è sembrata espandersi da un preciso punto prima di scomparire e questo è quanto ci si aspetta da un possibile impatto nell’atmosfera gioviana in base alla statistica ricavata dagli eventi osservati e confermati in precedenza.
Il flash è durato tra 0,88 e 1,55 s, ma Chappel propende per il tempo più lungo. Purtroppo, altri osservatori non hanno registrato l’evento, quindi manca un’altra osservazione indipendente, e non è stato notato nulla di anomalo nel sito, sebbene ciò non sia una stranezza come hanno dimostrato diversi eventi analoghi precedenti.
Se giungerà la conferma, questo sarebbe il settimo impatto documentato sul pianeta dal luglio 1994, quando i 21 frammenti della cometa Shoemaker-Levy 9 si tuffarono tra le nubi generando vistosissime macchie scure.
Chappel ha usato un programma chiamato Detect, creato da Marc Delcroix, specificamente pensato per discriminare i flash d'impatto in una maniera simile ai programmi di stacking per imaging planetario. Tale software è ampiamente usato in uno dei progetti Pro-Am dedicati al rilevamento d’impatti su Giove e Saturno. È possibile scaricare Detect e avere maggiori infrazioni sul progetto dal seguente link:
www.astrosurf.com/planetessaf/doc/project_detect.php
Giuseppe Donatiello
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18/03/2019 - Un superbolide sopra il Mare di Bering
Un superbolide sopra il Mare di Bering
“Non se, ma quando” si ripete spesso parlando di collisioni asteroidali con il nostro pianeta. Se eventi di una certa potenza e gravità sono fortunatamente assai rari, piuttosto frequenti sono invece i superbolidi che, occasionalmente, possono esplodere in atmosfera anche con potenza non trascurabile. L’ultimo di tali eventi è avvenuto lo scorso 18 dicembre 2018, sopra il Mare di Bering, al largo della penisola russa Kamchatka, generando un’esplosione di 173 kiloton, pari a circa dieci volte la bomba atomica di Hiroshima, tanto da farne il secondo evento più energetico in questo secolo, dopo quello di Chelyabinsk in Russia nel 2013.
L’esplosione è avvenuta verso il mezzogiorno locale quando un meteoroide, di una decina di metri, è entrato in atmosfera con pendenza di appena 7° alla velocità di 32 km/s, esplodendo a 25,6 km di quota. L’esplosione è stata rilevata dai satelliti militari statunitensi che ne hanno comunicato l’osservazione alla NASA. La notizia è stata resa pubblica da Kelly Fast nel corso della 50ma Lunar and Planetary Science Conference svoltasi a Houston, in Texas.
L’ultimo episodio, essendo avvenuto in mare, non ha prodotto alcuna conseguenza, ma riporta nuovamente all’attenzione pubblica l’impossibilità di scoprire oggetti potenzialmente pericolosi, non rivelabili con adeguato anticipo rispetto al momento dell’impatto, in modo da poter allertare prontamente l’eventuale popolazione residente nella regione. Fortunatamente, la gran parte della superficie terrestre è occupata dagli oceani e l’umanità vive in prevalenza concentrata in poche zone circoscritte, quindi anche eventi energetici, come quello del 18 dicembre scorso, non producono effetti concreti e passano in genere inosservati. L'ultimo evento sul Mare di Bering, comunque, dimostra come sia importante intensificare e migliorare il monitoraggio degli oggetti più piccoli sotto i 100 metri mediante una rete di sorveglianza demandata a telescopi terrestri e spaziali, come quello infrarosso in fase di sviluppo, denominato NeoCam, che sarà posto in un punto di equilibrio gravitazionale, per identificare e caratterizzare almeno il 90% degli asteroidi potenzialmente pericolosi più grandi di 140 metri.
In Figura, mappa dei superbolidi tra il 15 aprile 1988 e il 15 marzo 2019 in cui è riportato l’evento del 18 dicembre 2018 [CNEOS/NASA].
Giuseppe Donatiello
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20/02/2019 - UN'ALTRA ANIMAZIONE DELLA IWAMOTO
UN'ALTRA ANIMAZIONE DELLA IWAMOTO
La cometa C/2018 Y1 (Iwamoto) in avvicinamento prospettico alla galassia NGC 2903
Riprese del 13 febbraio 2019 20.29 UT (inizio sequenza)
Assemblaggio di 101 sottogruppi di 4 frame da 16 s, progressione 1 frame, curva di visualizzazione debolmente iperbolica
Luogo di ripresa: Roma
Telescopio Celestar 8 + riduttore Celestron, focale 1427 mm, 2.93''/pixel
Nessuna elaborazione cosmetica, pre-elaborazione e riduzione dei dati tramite software autoprodotto
Autore: Fabrizio Montanucci <[email protected]>
Piero Stroppa
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14/02/2019 - LA COMETA DI SAN VALENTINO
LA COMETA DI SAN VALENTINO
Due mesi fa, il 18 dicembre 2018, l'astronomo amatoriale giapponese Masayuki Iwamoto ha scoperto la cometa C-2018 Y1 Iwamoto, che è stata chiamata la 'Cometa di San Valentino' perché il 6 febbraio ha raggiunto il perielio e il 13 febbraio la minima distanza dalla Terra di circa 45 milioni di km. In queste notti brilla tra le stelle del Leone, dove è possibile scorgerla anche con un binocolo, come una leggera luminescenza del cielo. Nei prossimi giorni la Luna con la sua luce ne disturberà la visione, ma poi l’astro sarà osservabile per tutto il mese di marzo.
L’orbita estremamente ellittica della Iwamoto si estende oltre la fascia di Kuiper nella profonda periferia del Sistema Solare. La cometa percorre questo lungo tragitto in 1371 anni, perciò ritornerà a farci visita e a rendersi visibile nei cieli della Terra solo nell’anno 3390.
Il 13 febbraio Graziano Ventre ([email protected]) da Postazione Sormano2, Bellagio Via Lattea L06 (provincia di Como), in compagnia di Emanuele Valli ha registrato delle riprese della cometa, montate in gif.
La posa corta (20 s) e la mancanza di somma producono 'rumore' e poca definizione, però il passaggio vicino alla galassia NGC 2903 ha un bell'effetto. Sono 8 pose intervallate da 10 minuti, a iniziare da TU 20h51m, campo circa 1°20'x 1°. Telescopio Newton 200 mm f/3,8, camera CCD 8300M.
Piero Stroppa
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03/01/2019 - IL DIARIO ASTRONOMICO 2019 DI NUOVO ORIONE IN OMAGGIO!
IL DIARIO ASTRONOMICO 2019 DI NUOVO ORIONE IN OMAGGIO!
Il Diario Astronomico 2019, realizzato a cura di Tiziano Magni, si presenta con un nuovo formato, uguale a quello di Nuovo Orione
I contenuti, distribuiti su 79 pagine, sono quelli tradizionali:
Mappe mensili, Il calendario lunare, La visibilità dei pianeti, Effemeridi di Sole e pianeti , Eventi astronomici , I satelliti di Giove e Saturno , I percorsi dei pianeti.
A questi si aggiungono per il 2019 le tabelle mensili dei fenomeni mutui dei satelliti di Giove.
Il Diario è disponibile solo in versione digitale e può essere scaricato gratuitamente dal sito Astronomianews alla pagina:
http://www.astronomianews.it/index.php?p=diario-astronomico
Chi ne desidera una copia cartacea potrà portare il file in una tipografia, o scaricarlo direttamente in tale sede.
Con tanti auguri di Buon 2019 astronomico!
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10/04/2018 - Eclissi, transiti e occultazioni dei satelliti di Giove per le prossime settimane
Eclissi, transiti e occultazioni dei satelliti di Giove per le prossime settimane
Ormai prossimo all'opposizione, Giove è facilmente visibile nella costellazione della Bilancia una manciata di gradi a est della stella di 3a magnitudine Zubenelgenubi (Alfa Librae), alla quale va lentamente avvicinandosi per via del suo lento moto retrogrado. Alla fine di aprile il pianeta sorge poco dopo il termine del crepuscolo civile, 40 minuti circa dopo il tramonto del Sole, ed è visibile nelle migliori condizioni per gran parte della notte.
Gli osservatori dotati di un telescopio potranno seguire con profitto il continuo evolversi della coltre nuvolosa che avvolge il pianeta gigante, in particolare la 'zona tropicale sud' dove spicca il vortice della 'grande macchia rossa' le cui dimensioni sono andate negli anni progressivamente diminuendo, mentre l'emisfero settentrionale è interessato dal periodico transito dei satelliti Galileiani e delle loro ombre.
Riportiamo, di seguito, l'elenco completo del fenomeni che coinvolgono tre dei quattro principali satelliti del pianeta visibili dall'Italia nelle prossime settimane: a causa della pur lieve inclinazione del piano orbitale dei satelliti rispetto all'orbita di Giove, Callisto, il satellite più esterno, in questo periodo non è soggetto a eclissi, transiti e occultazioni. Una delle notti più favorevoli per chi volesse cimentarsi nell’osservazione di tali fenomeni è quella tra il 18 e il 19 aprile: al termine del crepuscolo serale i satelliti sono visibili tutti a ovest del pianeta e tre di loro sono raggruppati nelle vicinanze del lembo occidentale di Giove: il più settentrionale è Io, che va allontanandosi dal disco del pianeta, mentre più a sud è possibile notare la coppia composta da Ganimede e Callisto in avvicinamento al pianeta. Alla 1:22 del 19 Ganimede si affievolirà fino a scomparire, eclissato dall'ombra del pianeta, per poi riapparire alle 3:05 in prossimità del disco dal quale verrà occultato dalle 3:37 fino alle 4:36, poco prima dell'accendersi delle luci dell'alba.
La sequenza di eventi è illustrata nell’animazione che mostra il disco di Giove e i satelliti medicei ad intervalli di 30 minuti.
La tabella elenca tutti i fenomeni dei satelliti Medicei osservabili in Italia, vale a dire quelli che per il nostro Paese si verificano nelle ore notturne e con il pianeta al di sopra dell'orizzonte. I tempi sono espressi in Tempo Civile.
APRILE
data ora fenomeno
11 3:01 inizio del transito dell'ombra di Europa
11 4:21 inizio del transito di Europa
11 5:16 fine del transito dell'ombra di Europa
11 23:07 fine dell'eclissi di Ganimede
12 0:17 inizio dell'occultazione di Ganimede
12 1:15 fine dell'occultazione di Ganimede
12 22:10 inizio dell'eclissi di Europa
13 1:33 fine dell'occultazione di Europa
15 4:46 inizio del transito dell'ombra di Io
15 5:20 inizio del transito di Io
16 1:54 inizio dell'eclissi di Io
16 4:34 fine dell'occultazione di Io
16 23:14 inizio del transito dell'ombra di Io
16 23:46 inizio del transito di Io
17 1:24 fine del transito dell'ombra di Io
17 1:53 fine del transito di Io
17 23:00 fine dell'occultazione di Io
18 5:35 inizio del transito dell'ombra di Europa
19 1:22 inizio dell'eclissi di Ganimede
19 3:05 fine dell'eclissi di Ganimede
19 3:37 inizio dell'occultazione di Ganimede
19 4:36 fine dell'occultazione di Ganimede
20 0:45 inizio dell'eclissi di Europa
20 3:50 fine dell'occultazione di Europa
21 21:53 fine del transito di Europa
23 3:47 inizio dell'eclissi di Io
24 1:08 inizio del transito dell'ombra di Io
24 1:30 inizio del transito di Io
24 3:17 fine del transito dell'ombra di Io
24 3:38 fine del transito di Io
24 22:16 inizio dell'eclissi di Io
25 0:44 fine dell'occultazione di Io
25 21:46 fine del transito dell'ombra di Io
25 22:04 fine del transito di Io
26 5:19 inizio dell'eclissi di Ganimede
27 3:20 inizio dell'eclissi di Europa
28 21:28 inizio del transito dell'ombra di Europa
28 22:00 inizio del transito di Europa
28 23:42 fine del transito dell'ombra di Europa
29 0:08 fine del transito di Europa
29 20:53 fine del transito dell'ombra di Ganimede
29 21:27 fine del transito di Ganimede
MAGGIO
data ora fenomeno
1 3:02 inizio del transito dell'ombra di Io
1 3:14 inizio del transito di Io
1 5:11 fine del transito dell'ombra di Io
1 5:22 fine del transito di Io
2 0:10 inizio dell'eclissi di Io
2 2:28 fine dell'occultazione di Io
2 21:31 inizio del transito dell'ombra di Io
2 21:40 inizio del transito di Io
2 23:40 fine del transito dell'ombra di Io
2 23:48 fine del transito di Io
3 20:54 fine dell'occultazione di Io
6 0:03 inizio del transito dell'ombra di Europa
6 0:15 inizio del transito di Europa
6 2:17 fine del transito dell'ombra di Europa
6 2:23 fine del transito di Europa
6 23:09 inizio del transito dell'ombra di Ganimede
6 23:39 inizio del transito di Ganimede
7 0:46 fine del transito di Ganimede
7 0:51 fine del transito dell'ombra di Ganimede
7 21:28 fine dell'occultazione di Europa
8 4:56 inizio del transito dell'ombra di Io
8 4:58 inizio del transito di Io
9 2:04 inizio dell'eclissi di Io
9 4:13 fine dell'eclissi di Io
9 23:24 inizio del transito di Io
9 23:25 inizio del transito dell'ombra di Io
10 1:31 fine del transito di Io
10 1:33 fine del transito dell'ombra di Io
10 22:41 fine dell'eclissi di Io
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21/02/2018 - Una difficile occultazione di Aldebaran
Una difficile occultazione di Aldebaran
La sera del 23 febbraio sarà possibile ammirare, condizioni meteorologiche permettendo, il transito del Primo Quarto di Luna, illuminata al 54%, davanti ad Aldebaran, la luminosa Alfa (magnitudine +0,9) della costellazione zodiacale del Toro.
L’evento è visibile soltanto dall’Italia settentrionale e risulta essere radente per una stretta fascia di territorio che attraversa Toscana, Umbria e Marche; per di più per poterlo seguire è indispensabile l’utilizzo di un telescopio, poiché la scomparsa, che avviene dietro il lembo lunare oscuro a partire dalle 17:51 TC (AO), si verifica quando per alcune località il Sole è ancora sopra l’orizzonte e con il cielo ancora rischiarato a giorno.
Meno difficoltosa l’osservazione della riapparizione sul bordo lunare illuminato, visibile dopo le 18:30, con il cielo decisamente meno luminoso rispetto all’inizio del fenomeno, anche se per le regioni orientali del Paese il chiarore del tramonto è ancora elevato.
Poiché la stella è una gigante rossa con un diametro apparente non trascurabile di ben 2 centesimi di secondo d’arco, misurati grazie anche all’osservazione di precedenti occultazioni lunari, la scomparsa e la riapparizione non sono istantanei ma graduali.
L’animazione mostra il movimento relativo della stella rispetto alla Luna tra le 17:30 e le 19:00 ad intervalli di 2 minuti per un osservatore situato nelle vicinanze della città di Milano.
La tabella che segue riporta le circostanze locali dell’occultazione per alcune città italiane
AO FI MI TS
Alfa Tauri (scomparsa) 17:51 18:08 17:56 18:08
(riapparizione) 18:40 18:33 18:41 18:46
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09/01/2018 - Parata di pianeti all’alba
Parata di pianeti all’alba
Condizioni meteorologiche di questo strano inverno permettendo, chi si alza di primo mattino, quando il cielo inizia a rischiarare per l’approssimarsi dell’alba ma è ancora sufficientemente scuro perché risultino visibili le stelle più luminose, sopra l’orizzonte sudorientale può ammirare per gran parte del mese una spettacolare parata di pianeti.
Aprono la “sfilata” Giove e un decisamente meno luminoso Marte, con quest’ultimo che, animato da un più veloce moto diretto tra le stelle zodiacali, va via via allontanandosi dal primo dopo la congiunzione ravvicinata del 7 gennaio. La mattina del giorno 11 i due pianeti vengono superati, alcuni gradi più a nord, dalla falce calante della Luna che darà vita ad una bella ma effimera configurazione celeste.
A levante, ad una distanza di ben 40° e in prossimità della linea dell’orizzonte, è invece possibile ammirare, se il cielo è limpido e l'orizzonte stesso è libero da ostacoli, un’altra effimera coppia costituita da Saturno, che sta lentamente emergendo dal luminoso abbraccio del Sole, e da Mercurio, osservabile nelle migliori condizioni fino al giorno 17 e con maggior difficoltà fin quasi alla fine del mese, quando scomparirà tra le sempre più intense luci dell’alba. I pianeti sono in reciproca congiunzione, separati da 39’, la mattina del 13 gennaio: Mercurio è il più luminoso e il più meridionale dei due.
Una splendida occasione per cercare di rintracciare la coppia è quella che si realizza la mattina del 15 gennaio, quando la sempre più sottile falce calante della Luna si troverà nel vertice settentrionale di un triangolo approssimativamente equilatero di 3° di lato con Saturno e Mercurio ai vertici della base.
Con il trascorrere dei giorni Marte si avvicina velocemente allo Scorpione e transita 2°,7 a nord di Dschubba, Delta Scorpii, la mattina del 30 gennaio, prima di trovarsi in congiunzione ravvicinata con Graffias, 22' a sud di Beta Scorpii, la mattina del 1° febbraio.
Nell'animazione il cielo visibile sull’orizzonte sudorientale le mattine tra il 10 e il 31 gennaio all’inizio del crepuscolo nautico, con il Sole 12° sotto la linea dell’orizzonte.
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12/12/2017 - Sorvolo di (3200) Phaeton, il progenitore delle Geminidi
Sorvolo di (3200) Phaeton, il progenitore delle Geminidi
Sorvolo di (3200) Phaeton, il progenitore delle Geminidi
Nella seconda decade di dicembre il nostro pianeta viene avvicinato dall’asteroide (3200) Phaeton, un oggetto appartenente alla categoria dei NEO (Near Earth Objects) le cui dimensioni sono valutate in 5 km.
La minima distanza di 10.312.000 km viene raggiunta pochi minuti prima della mezzanotte di Tempo Civile tra il 16 e il 17 dicembre, con (3200) Phaeton che risulta osservabile con l’ausilio di un binocolo o di un telescopio amatoriale come un flebile punto luminoso di magnitudine +11,1 in rapido movimento, quasi 40’/ora, tra le stelle della costellazione di Andromeda; l’asteroide è comunque più luminoso della magnitudine +11 fin dalle ore serali del 12 dicembre e raggiunge la massima luminosità apparente (magnitudine +10,7) nelle prime ore del giorno 14.
Quello attuale è il passaggio maggiormente ravvicinato degli ultimi quarant’anni e per il prossimo “sorvolo” ad una distanza paragonabile bisognerà attendere fino al mese di dicembre del 2050, ma è nel 2093 che (3200) Phaeton sfreccerà a poco meno di 3 milioni di km dalla Terra!
L’asteroide non pone comunque rischi, poiché la sua orbita è conosciuta con precisione sufficiente da poter escludere, per alcune migliaia di anni, ogni possibilità di “impatto” con il nostro pianeta.
Ciò che però rende l’asteroide così interessante da farne oggetto di studi approfonditi da parte degli astronomi fin dalla sua scoperta nel 1983, da parte del satellite per osservazioni infrarosse IRAS, è la sua orbita, praticamente identica a quella delle particelle che costituiscono lo sciame meteorico delle Geminidi, il cui massimo cade proprio in questi giorni. Ma (3200) Phaeton non è una cometa, come i corpi progenitori di tutti gli altri sciami meteorici, e gli studi finora compiuti suggeriscono che possa trattarsi non del nucleo estinto di un’antica cometa ma di un frammento del pianetino (2) Pallas, uno dei corpi di maggiori dimensioni della fascia degli asteroidi.
La vicinanza alla Terra di (3200) Phaeton nei giorni in cui sono visibili le Geminidi nell’opinione degli esperti non dovrebbe comunque influenzare il numero di meteore osservabili.
Nella mappa è riportato il percorso apparente dell’asteroide fino al 19 dicembre.
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10/12/2017 - Massimo dello sciame meteorico delle Geminidi
Massimo dello sciame meteorico delle Geminidi
Tra gli sciami meteorici annuali di maggior rilievo, quello delle Geminidi, osservabili dal 4 al 17 dicembre, è sicuramente uno dei più costanti e affidabili, con valori del tasso orario zenitale (ZHR), vale a dire il numero di meteore osservabili ad occhio nudo in condizioni ideali e con il radiante in prossimità dello zenit, pari a 120.
Il radiante, il punto da cui sembrano “irradiare” le scie luminose delle meteore dello sciame, è situato nelle vicinanze di Castore, l’Alfa della costellazione dei Gemelli sorge poco dopo il tramonto e raggiunge la massima altezza sull’orizzonte intorno poco dopo le 2:00 di Tempo Civile: le osservazioni possono così iniziare nelle prime ore serali e prolungarsi per l’intera notte; le Geminidi offrono sicuramente uno spettacolo di rilievo sia per gli appassionati sia per coloro che sono semplicemente incuriositi dai fenomeni celesti, con meteore di media velocità, spesso di elevata luminosità.
Un’altra particolarità che caratterizza le Geminidi è che si tratta dell’unico sciame conosciuto il cui corpo di origine delle particelle che lo compongono non è una cometa attiva bensì l’asteroide (3200) Phaeton.
Il picco di massima attività dovrebbe cadere nelle ore mattutine del 14 dicembre, ma in anni recenti lo sciame ha mostrato una debole variabilità sia nel numero di meteore osservabili, sia nell’istante del massimo. L’analisi delle osservazioni condotte negli ultimi decenni ha mostrato che i massimi si sono verificati in istanti che, rapportati al 2017, vengono a cadere tra le ore 15 del giorno 13 e le ore 12 del 14 dicembre. Quest’anno c’è poi un’ulteriore fattore di cui tener conto, anche se è difficile valutarne gli effetti: il prossimo 16 dicembre alle 23:58 (3200) Phaeton transiterà a poco più di 10 milioni di km dalla Terra.
Comunque vada il numero di Geminidi osservabili rimane generalmente elevato per un’intera giornata, permettendo così di ammirare al meglio lo sciame sia la notte tra il 12 e il 13 dicembre, sia quella successiva, con un minimo disturbo da parte della Luna calante che sorge tra le 3 e le 4 di mattina, sempre che le condizioni meteorologiche non risultino avverse…
Nel disegno il cielo sull’orizzonte nord-orientale alle 4:00 di Tempo Civile.