Le vostre domande

• Domanda fatta da: Roberta Taricani, [email protected], 29/10/2018

  
  

  Grazie per la risposta più che soddisfacente di Walter Ferreri e mi si pone di conseguenza un'altra domanda.Se la luce ci arriva solo dal passato allora viene da confermare la natura piatta dell'universo e noi siamo i portabandiera nell'evoluzione.Grazie in anticipo per il vostro buon cuore.

  risponde Walter Ferreri

   

  Il fatto che la luce ci giunga solo dal passato non ci conferma la natura piatta dell’universo. Anche la luce proveniente da un universo chiuso o aperto ci giunge necessariamente dal passato. Ciò che discrimina è lo spostamento verso il rosso, minore per un universo chiuso, maggiore per uno piatto e ancora più grande per uno aperto. Infatti, quando una fonte che emette radiazione elettromagnetica è in movimento rispetto all’osservatore, si verifica una variazione nella frequenza della radiazione, che passa dal valore emesso dalla fonte a quello misurato dall’osservatore. Le frequenze più piccole divengono lunghezze d’onda più grandi e le linee spettrali appaiono spostate. Nel caso della luce visibile questo si traduce in uno spostamento verso il rosso.

   

   

   

                                                                                    Un cordiale saluto,   Walter  Ferreri   

   

• Domanda fatta da: Stefano festa, [email protected], 17/11/2018

  
  

  Buongiorno..... Volevo un vostro parere sulle autoguida stand alone. In particolare quella Skywatcher. Non ho grandi esigenze ma vorrei entrare nella fotografia digitale. Possiedo uno SC da 8' su eq6r con in parallelo un 70 apo. Grazie dell'attenzione e continuate così con la rivista. Buon lavoro. Stefano Festa [email protected]

  risponde Giuseppe Donatiello

  Il grande vantaggio delle autoguide stand-alone è di non richiedere un computer esterno per la loro gestione e funzionamento. Questo dettaglio è di notevole comodità quando si operi in installazioni campali, soprattutto in termini di materiale da trasportare, montare e alimentare ogni volta che si raggiunga un sito idoneo per l’astrofotografia. Non è il mio caso, ma ho visto molte volte tali dispositivi in azione perché utilizzati con soddisfazione da alcuni amici astrofili. Nello specifico, la Synguider II, prodotta da Sky-Watcher, gode di buona reputazione, ed è facile da installare grazie alle chiarissime istruzioni d’uso e richiede giusto un’alimentazione esterna o batteria. Può essere facilmente connessa alla sua montatura, così come potrà installarla su entrambi gli strumenti in suo possesso che così potrà utilizzare rispettivamente per riprese a largo campo (rifrattore) o più stretto (SCT). Il costo delle autoguide stand-alone è di solito leggermente superiore a quello delle comuni camere autoguida, ma c’è da dire che la semplicità di montaggio e utilizzo giustifica tale leggero sovrapprezzo. In altre parole, sarà un validissimo acquisto.

  Grazie per gli apprezzamenti e continui a seguirci!

• Domanda fatta da: Antonietti Ignazio, [email protected], 19/11/2018

  
  

  Per l'allineamento polare esistono software come SharpCap-Pro che confrontando due frame ripresi ruotando tra uno e l'altro l'asse di A.R. di 90°,forniscono poi l'esatto spostamento dell'azimut e dell'altezza necessario a raggiungere precisioni anche di 30' d'arco o meno di allineamento.La domanda e' sono precisi, oppure il metodo Bigourdan,seppure piu lungo e' ancora da preferire. Pur avendo una buona guida con PHD2 mi capita di osservare dopo un paio di ore,tramite un oculare con crocicchio uno spostamento apprezzabile lungo l'asse di A.R. E' un problema di allineamento o dei parametri del software?

  risponde Giuseppe Donatiello

  Anche per l’allineamento polare vale la regola che un gran numero di aggiustamenti porta a un risultato più accurato quindi, verificando più volte la messa in stazione, dopo un certo tempo si arriverà a non notare più derive apprezzabili. Questo, beninteso, in una situazione ideale poiché in quella oggettiva bisogna fare i conti con imprecisioni meccaniche intrinseche e indotte di vario genere (variazioni di temperatura, bilanciamento non perfetto, laschi, flessioni, varie ed eventuali). Una procedura guidata, tipo quelle offerte dal QHYCCD PoleMaster o software come SharpCap, è utilissima per uno stazionamento veloce valido per una singola sessione fotografica, sebbene l'esecuzione di piccoli aggiustamenti nel corso della stessa notte debba essere la regola. Non sempre ciò è possibile perciò, per osservazioni nel corso di una notte sola in cui mi monti al crepuscolo e si smonti tutto all’alba, ci si accontenta di un discreto stazionamento pagando però una certa imprecisione recuperabile con l’autoguida entro a un certo limite.

  Tuttavia nulla vieta di eseguire delle verifiche dopo una serie di pose, controllando pure i collegamenti, la perfetta stretta dei fermi sulle parti meccaniche della montatura e dell’azimut. Tali operazioni sfiorano la pignoleria, ma anche minimi spostamenti (parliamo di frazioni di millimetro) su focali telescopiche producono effetti avvertibili se considerati nella loro sommatoria. Una situazione di questo genere può spiegare la deriva che registra dopo alcune ore sulla capacità di puntamento: l’elettronica ha registrato correttamente la posizione all’inizio, ma dopo un certo tempo non è più sincronizzata con la meccanica e “sballa” di qualche primo d’arco. Logicamente, un sistema di autoguida lavora al meglio se la montatura ha un moto stabile ed è correttamente stazionata. In ogni modo, una certa deriva, così come l’ha descritta, è abbastanza normale ma non sarebbe tale se a manifestare tale imprecisione fosse una montatura installata in una postazione fissa perché si presuppone che l’utente abbia curato lo stazionamento per un tempo abbastanza lungo da ridurre veramente al minimo tutti i problemi meccanici e di posizionamento utilizzando vari metodi, iniziando da quelli grossolani (cannocchiale polare) a quelli più precisi come il Metodo Bigourdan che rimane, a mio avviso, il più affidabile. Personalmente, quando porto la strumentazione in montagna, di solito la prima notte non riprendo e mi dedico a osservazioni visuali, curando nel frattempo lo stazionamento con progressivi affinamenti sino a ottenere uno stazionamento pressoché perfetto. Anche in una postazione fissa, comunque, almeno una volta l’anno lo stazionamento dovrebbe essere verificato e regolato per compensare la Precessione.

  In definitiva, non sarebbe una cattiva pratica usare entrambi i metodi nel corso della stessa sessione, per conseguire uno stazionamento valido e ridurre al minimo tutti gli effetti riconducibili a questioni meccaniche ed elettroniche, comunque sempre perfezionabili in corso d’opera in base alle condizioni del cielo o focale di ripresa.

• Domanda fatta da: Elena Minardi, [email protected], 12/11/2018

  
  

  Buongiorno, è possibile abbonarsi ad entrambe le riviste in formato cartaceo 'Le Stelle e Nuovo Orione' ? In caso positivo viene applicata qualche scontistica? Grazie

  risponde Piero Stroppa

  Cara Elena

  certamente è possibile abbonarsi a entrambe le riviste, anche se non è un'opportunità presa in grande considerazione, al punto che non soo previsti 'pacchetti' di sconto per questo. Infatti, le due riviste hanno una parte comune, anche se non identica, dato che i fenomeni del cielo e le news astronomiche sono evidentemente le stesse. Si diferenziano però nei contenuti e nello stile, essendo Le Stelle più rivolta a uno studio teorico dei fenomeni del cielo, mentre Nuovo Orione si rivolge più agli astrofii praticanti, e quindi dà più spazio alle osservazioni, alle riprese fotografiche e agli strumenti.

• Domanda fatta da: Piero Milanese, [email protected], 07/11/2018

  
  

  Gentile signor Mazza Da anni osservo e (in tempi più recenti) fotografo il profondo cielo. Ho letto con interesse il suo articolo comparso sul numero di ottobre di Orione, soprattutto per quel che riguarda alcuni oggetti della Lacerta, una costellazione poco frequentata dagli astrofili. Mi ha colpito l'immagine dell'ammasso aperto NGC 7243 perché non corrisponde alla foto da me scattata a tale oggetto. Poiché si tratta di un ammasso largo e poco ricco, e perciò non facilmente individuabile, mi chiedo se l'errore è stato mio, o dovuto invece all'atlante da cui lei ha ricavato l'immagine. Io uso la vecchia versione di Megastar.4, e anche questo non sempre risulta affidabile. La ringrazio per l'attenzione e le allego la mia foto di 7243. oltre alla pagina di Megastar. Cordiali saluti Piero Milanese

  risponde Piero Stroppa
  

  Egregio signor Milanese 

  da un controllo tra l'immagine prodotta da Megastar e quella prodotta da Perseus (pubblicata in ottobre), si vede che i campi coincidono (le ho mandato privatamente le imagini per un confronto). Siccome NGC 7243 è poco appariscente e contrastato — come ha notato anche lei — avevo mantenuto più ampio il campo del Perseus per una migliore visione d'insieme.

  Cordialmente

  Piero Mazza

• Domanda fatta da: Augusto Galliano, [email protected], 11/08/2018

  
  

  Vorrei sapere cosa ne pensate di questo set deep sky: 1)Montatura EQ5 Synscan 2)GSO RC 6'. 3)GSO riduttore 6,7. 4)Batteria ricaricabile lithium Celestron. 5)ASI 178 MCC. PS .La EQ5 Synscan è in grado di fare l'allineamento polare senza vedere la Polare come l'AVX Celestron (Star polar Allingement) oppure no? La batteria Celestron è adatta?

  risponde Federico Manzini

  Salve Galliano. Il setup proposto è piuttosto avanzato e già impegnativo. Nell'insieme è abbastanza leggero e tale da essere trasportabile anche senza dover smontare nulla. La EQ5 SynScan è fornita di cavi e alimentatori con adattore da rete 220V, comunque la batteria Celestron è adeguata per l'uso campale scegliendo il voltaggio corretto. Tutte le montature permettono di eseguire l'allineamneto al Polo, anche senza vederlo, a prescindere da specifiche routine contemplate nel software di alcune, l'operazione non è complicata e s'impara in beve tempo perciò, se non è prevista, non è una grave mancanza: ci sono funzioni molto più utili e desiderabili. In fase preliminare, l'allineamento a tre stelle è già sufficiente per un puntamento automatico di ben 42mila oggetti ed è già un bel vantaggio. Vada tranquillo.

  Giuseppe Donatiello

• Domanda fatta da: Caponi Primo, [email protected], 20/08/2018

  
  

  Come posso fare per aggiornare la tastiera synscan Synscan 3.27 all ultima versione Grazie

  risponde Federico Manzini
  

  Save Caponi, 

  per non ripetere, la procedura è spiegata chiaramente nel sito Auriga al seguente link: 

  http://www.skywatcher.it/faqs/aggiornamento-firmware-pulsantiere-synscan/?fbclid=IwAR2di4cpBlj-0KYN9prq_IfOIzg26ByvejITY5qU5FsAedKZLeTNNl2mdKc 

  Su YouTube vi sono anche alcuni validi tutorial che fanno vedere tutti i passaggi, ma sono in Inglese.

  Tuttavia, diversi utenti hanno lamentato che, aggiornando la versione 3.27 alla superiore, c'è stato qualche problema, tanto da voler ripristinare. Ignoro se sia disponibile in download tale versione, perciò le raccomando di verificare preventivamente, consulatndo qualcuno degli esperti di Auriga, imporatore ufficiale dei prodotti Sky-Watcher. Ma è proprio necessario eseguire tale aggiornamento? Se così non fosse, suggerisco di tenere la SynScan così com'è almeno ha la certezza che funzioni. Ci pensi.

  Giuseppe Donatiello

• Domanda fatta da: Antonietti Ignazio, [email protected], 27/08/2018

  
  

  Ho eseguito ripresa a largo campo (camera Atik 314 mono montata su un tele da 105mm Canon) della nebulosa Nordamerica e Pellicano di 3h circa con relativi Dark-Flat-bias.Calibrazione e somma con Maxim DL5.Elaborazione con lo stesso Software e photoshop. Il risultato,per i miei standard e' soddisfacente,anche se trovo che manchi di quella profondita' che invece vedo in molte riprese in h.alpha.Come posso risolvere questo problema?

  risponde Federico Manzini
  

  La foto della Nord America e Pellicano non è male ma risulta un po' troppo rumorosa, nonostante sia stata sottoposta a calibrazione. Cè da dire che la 314 di Atik non brilla per risoluzione del sensore, ma è comunque una CCD pratica e facile da usare. Non spiega però da dove abbia eseguito le riprese e come abbia proceduto nell'elaborazione. Effettivamente, con 3h d'integrazione anche in H-alpha avrebbe dovuto ottenere un'immagine un po' più omogenea, ma non tanto più di quello che ha ottenuto. Mi viene da pensare che abbia eseguito una somma di frame. Addizionando frame, oltre al segnale, si somma anche il rumore residuo presente in ogni frame e il risultato è proprio un'immagine finale alquanto rumorosa. Personalmente preferisco mediare i subframe eseguendo uno stack dopo averli messi a registro. Operando in tal modo, migliora notevolmente il rapporto segnale/rumore in proporzione al numero di subframe utilizzati. L'immagine risultante può apparire inizialmente scura ma salendo con il guadagno della gamma, si può stirare senza evidenziare eccessiva rumorosità e si possono usare anche filtri di contrasto aggressivi. Un ulteriore netto miglioramento si ottiene anche mediando immagini con un piccolo spostamento dell'area inquadrata (qualche primo d'arco) dopo alcune pose, in modo da 'dissolvere' i difetti stabili del sensore nella media immagini. Adottando media e shift del campo, ottengo sempre immagini molto pulite e profonde, a prescindere dall'uso o meno di filtri.

  Tenga inoltre presente che un filtro a banda stretta, come H-alpha, non è immune all'inquinamento luminoso. A banda stretta si sfrutta il relativo contrasto che ne deriva e da qui nasce la credenza che in narrow band si possa eludere l'inquinamento luminoso. In realtà tali filtri intercettano sempre parte dello spettro continuo nella banda di pertinenza e, oltre un certo limite, 'soffrono' pure loro, infatti la resa è ben differente da un sito buio. Perciò, non avendo indicato la qualità del sito di ripresa, si può ipotizzare che tale rumorosità possa essere in parte attribuibile anche a una condizione di ripresa non ottimale per via del poco contrasto con il fondo cielo, presupponendo l'esecuzione corretta delle operazioni di calibrazione. Provi a rifare il lavoro eseguendo una media con i dati disponibili e, magari, integrare ancora mediando con altre immagini.

  Giuseppe Donatiello

• Domanda fatta da: Adriano.del.negro, [email protected], 03/11/2018

  
  

  E' il secondo mese che nella provincia di la Spezia non arrivano le vostre riviste se non con almeno10 giorni di ritardo.Non è che state per chiudere le riviste?

  risponde Piero Stroppa

  Caro Del Negro

  se segue le nostre riviste, avrà notato negli ultimi mesi le considerazioni che stiamo pubblicando negli appelli a sostenerci con la sottoscrizione di abbonamenti.

  La distribuzione nelle edicole non è più sostenibile, il sistema edicole sta letteralmente crollando, in Italia ne chiudono 2 al giorno e i servizi di distribuzione sono delle macchine mangiasoldi. Lo spreco di risorse è tale  che da gennaio autori, redattori e direttori delle due testate Nuovo Orione e Le Stelle stanno lavorando gratis per far sopravvivere le riviste, ma la situaizone non può durare a lungo e si risolverà solo con scelte drastiche come l'abbandono delle edicole, così da ridurre le stampe al numero relamente richiesto dai lettori (attualmente, ogni mese vanno al macero più di 10 mila copie, tra Nuovo Orione e le Stelle...) .

  Se resistiamo tutti insieme ce la possiamo fare. Un sincero ringraziamento a nome di tutte le redazioni.

• Domanda fatta da: Augusto Galliano, [email protected], 02/11/2018

  
  

  Che ne pensate della skyris 236 M?E' un bel salto rispetto alla mia Neximage 5?Il filtro IR Pass è fruibile? E nel deep-sky? PS: In rete ho chiesto e m'hanno dato un parere molto negativo.

  risponde Giuseppe Donatiello

  Nuovo Orione ha pubblicato la prova della Skyris versione a colori sul numero di agosto 2016 è il giudizio complessivo è piuttosto positivo, almeno per quel modello. Sulla carta, non avendo mai provato la monocromatica, dovrebbe essere migliore poiché utilizza l’eccellente sensore CMOS Sony EXMOR™ IMX236LQJ ultrasensibile (presente su altre astrocamere planetarie che abbiamo già testato) con il quale si può operare anche nel Vicino Infrarosso, per via della buona sensibilità in questa banda spettrale, accoppiandola a un buon filtro a larga banda o interferenziale.

  Le dimensioni dei pixel, pari a 2.8 µm, rappresentano un buon compromesso tra sensibilità e risoluzione pure con corte focali, senza correre il rischio di sotto-campionare le immagini. La camera esibisce un’alta velocità di trasferimento dati grazie alla connessione USB 3.0. Tra le altre contempla pure la funzione autoguida e, con la giusta tecnica, se ne può provare l’utilizzo sul deep-sky con lo stack di tante pose brevi perché, non va dimenticato, la Skyris è essenzialmente una camera planetaria ottimizzata per tale utilizzo essendo priva di stadio TEC.

  Su internet si legge di tutto ed è sempre buona regola valutare la reputazione della fonte e quanto sia credibile. Se a redigere tali recensioni sia qualcuno non identificabile, giusto un nickname, e senza alcun documento probante, io sarei molto prudente nel validare tali asserzioni. Ben diverso è quando dietro ci sia qualcuno con nome e cognome verificato di comprovata esperienza e in grado di produrre prove robuste su quanto asserito.

  In definitiva, sì la Skyris 236M sarebbe certamente migliore della NexImage 5 ed è offerta a un prezzo adeguato.